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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 2
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Ffoulkes, Constance Jocelyn: Esposizioni d'arte antica a Londra
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0258

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ESPOSIZIONI D'ARTE ANTICA A LONDRA

LO scorso dicembre si è aperta alla Grosvenor Gallery di Londra una delle più belle
e interessanti «National Loan Exhibitions ». I quadri, quivi raccolti, provengono, con
poche eccezioni, dalle due celebri collezioni di Basildon Park e di Fonthill ed appartengono
a due membri della famiglia Morrison. Utile guida è il catalogo con le indicazioni della
provenienza di quasi tutti i quadri, delle altre esposizioni in cui figurarono, la bibliografia, ecc.
Esso però non tien conto in alcuni casi dei risultati delle recenti investigazioni. Attribuisce,
ad esempio, ancora a Vincenzo Foppa quel bel ritratto di profilo, che alcuni anni fa fu creduto
opera di quel maestro soltanto a causa di una supposta e inesistente somiglianza con l’altro ben
noto del Museo Poldi Pezzoli. Di ritratti autentici del P'oppa son pervenuti a noi soltanto quelli
dei due donatori in una sua pala di altare, e non è possibile quindi conoscere con sicurezza
quale maniera egli usasse nell’effigiar le persone. Meglio sarebbe stato apporre a questa attri-
buzione un punto interrogativo in attesa di studi ulteriori. Si dice poi nel catalogo che egli
morisse nel 1492. E un errore, perchè già da vari anni documenti irrefragabili portano questa
data verso il 1516. Sarebbe bene che chi s’incarica di compilare una guida pel pubblico cono-
scesse almeno i fatti più elementari della storia dell’arte.

Tra gli altri quadri esposti siamo lieti di rivedere la Madonna di Marco d’Oggiono (com-
parsa già nel 1899 al Burlington Fine Arts Club), per il colorito brillante e smaltato, forse
il migliore esempio in Inghilterra di quel pittore leonardesco spesso noioso e freddo, e la Ma-
donna col Bambino e due santi del Parmigianino, eccellente opera cinquecentesca, dipinta con
brio e spirito, già esposta anni fa alla Mostra invernale della R. Accademia.

Ci manca lo spazio per discutere dei molti problemi offertici da questa Esposizione, sopra-
tutto riguardo a quei quadri che qui si veggono per la prima volta. In altra occasione spe-
riamo di poterli studiare con più speciale attenzione. Ma per dare un’ idea della ricchezza della
collezione, possiamo aggiungere che vi sono opere firmate e di merito eccezionale di Teniers,
Isaak e Adriaen van Ostade, Potter, Aelbert Cuyp, Philips Wouverman ed altri, tra cui un
capolavoro conosciutissimo di Jan Steen, penetrato da un sentimento religioso piuttosto raro
nell’opera di questo pittore. Rappresenta la Benedizione del Cibo, porta la firma e la data
del 1660, ed è forse identico a quello della collezione Collot d’Escury di Leuwarden, ven-
duto nel 1831. Ammiriamo inoltre un Hobbema e un Van der Heyden, ambedue di prim’or-
dine e quest’ultimo degno d’esser paragonato allo squisito Van der Heyden della collezione
Beit. Rivediamo con piacere due notissimi Rembrandt: il primo è l’impressionante ritratto
di Ephraim Bonus, che proviene dalla famiglia olandese discendente dall’effìgiato, ed è simile
nella esecuzione al rinomato quadro della collezione del Duca di Wenstminster, insieme a cui
fu dipinto nell’anno 1643 ; il secondo è la magnifica Hendrickje Stoffels col mantello bianco
che si crede dipinto verso il 1652, due anni prima del celebre ritratto di Hendrickje al Louvre.
 
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