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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 2
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Biagi, Luigi: Note su alcuni quadri della Pinacoteca Vaticana
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0262

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NOTE SU ALCUNI QUADRI
DELLA PINACOTECA VATICANA

VI è una serie di opere nella prima sala della Pinacoteca Vaticana, per cui le titubanze
dei critici e i punti interrogativi sui cartelli non sembrano giustificati. Si suole in genere
connettere queste tavole all’arte di Lorenzo Monaco, ma non si è ancora accertato con sicu-
rezza quali siano di sua mano e quali della sua scuola. Eppure l’equilibrio sapiente di questo
maestro e la sua originale visione eran così difficili a imitare che quelli che vi si provarono
si riconoscono facilmente per i loro difetti e i loro squilibri.

Davanti alla piccola crocifissione, che porta il n. 78, ad esempio, io non starei in forse.1
È un’opera molto ridipinta, ma che ci dà anche nelle sue linee originali quasi la caricatura
eie; qui delle forme di Lorenzo.

Nelle sue crocifissioni questi fa sempre ricadere il Cristo in giù dalla croce, per rica-
varne quel bel motivo dell’arco delle braccia, che si accompagna alla curva falcata delle roccie ;
qui le braccia si stendono intirizzite alla trave, grettamente.

Quel rientrare lieve della linea del corpo alla cintola nelle tavole di Altemburg e del signor
Loeser, è qui strozzatura, siche il torace sembra, come nei più antichi crocefissi, una zucca;
le gambe sono sperticate, e il drappo non fluttua lieve da lato proseguendo hai co dell’anca,
per bilanciare lo sporger dei ginocchi, ma si strozza a raggiera e si rimbocca sui fianchi.

Quel sangue di pasta grossa che cola giù a sbavare le roccie è indizio di una mano
frettolosa. Nelle vesti di Giovanni si tradisce la stessa tendenza a disporre le pieghe ad
angoli; di contro a lui la gamba ripiegata della Madonna, con sopra quella mano lunghissima,
urta nell’arco della testa china. Il centurione contraffa le linee di Lorenzo. Per congiungersi
al giro della roccia, il fianco e la gamba si flettono, a richiamare l’arco della cornice si volge
la scimitarra; ma da questi ripiegamenti sbuca fuori, con un angolo sotto il braccio, ed
enorme come un’insegna, la mano. Dentro la figura un incrociarsi insensato di curve e di
rette, e, quasi per mettere in caricatura le volute ricorrenti del maestro, quello scialle che
rigira la testa e s’incrocia sul petto. Nelle altre figure uno squilibrio enorme, un cozzare
sgradevole di mani e piedi grossi spianati, con lo squadro allungato delle figure. Colori di
ripieno a chiazze senza trapassi di tinte.

Sono questi in genere i difetti che smascherano chi vuole imitare la sapienza degli ondu-
lamene senza confine di Lorenzo Monaco : per metter su una figura si contorna col solito
schema angolare e si costringono poi le altre linee a rigirarsi forzatamente. Ha ricorso a questo
espediente anche il povero artefice che ha eseguito il Presepe (n. 82) 2 con varie reminiscenze
di quelle del maestro. Nella Madonna adorante in ginocchio, il manto pare sporger con il
suo orlo a bella posta in fuori, perchè ne ricada qualche spizzettatura ondulata; per imitare

1 O. Siren (Don Lorenzo Monaco, Strassburg,

1905, pag. 103) lo attribuì con incertezza al maestro
medesimo, e ripetè poi, con maggior titubanza, la
sua attribuzione (Z2Arte, 1906, pag. 323). Sulla Guida
(Guida della Pinacoteca Vaticana, 1913)6 sul cartello

porta il nome di Lorenzo Monaco.

2 Attribuito dal Mason Perkins (Rassegna d’Arte,
1906, pag. 21) a Lorenzo Monaco ; nella Guida, alla
sua scuola; sul cartello, al maestro stesso.
 
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