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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 3
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Bollettino bibliografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0350

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BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

Storia dell’arte in generale, Metodica, ecc.

29. Dresdner (Albert). Die Kunstkritik. Ihre
Geschichte und Theorie. Erster Teil. Die Entstehung
der Kunstkritik. Munchen, Bruckmann, 1915.

Sintomatico, innanzi tutto, che da più parti si pensi a fare
una storia della critica. È la definitiva legittimazione di un
genere letterario ch’era venuto su senza una chiara fede di
battesimo, appoggiandosi ora all’estetica, ora alla storia
dell’arte. 11 Dresdner parte dall’affermazione, del Tietze:
« uni der Wirkung willen wircl das Kunstwerk geschaffen »
e riconosce nella critica d’arte l’organo immediato del pubblico,
su cui s’esercita l’effetto: creazione e critica sono legate come
« la percossa e il suo contraccolpo: e chi scrive la storia dell’arte
senza dare accanto all’imagine della creazione artistica la
controimagine della critica separa l’arte dalla vita, le dà
un carattere artificioso ».

Consegue la necessità di definire esattamente l’oggetto di
cui si vuol fare la storia.

La critica come genere letterario autonomo sorge quando
il Laienurteil, il giudizio del pubblico, diventa parte costitu-
tiva della vita artistica. Lo storico e il critico d’arte hanno
una stessa materia, la creazione artistica, ma quello si occupa
di ciò che è stato, questo di ciò che è, anzi di ciò che diviene.
La storia dell’arte è scienza; la critica è scienza ed arte e ha
di più un’azione sociale, influendo direttamente sullo sviluppo
artistico. Affine ma ben distinta dalla critica è pure la teoria
dell’arte. 11 teorico è costruttore, di schemi: riduce il molte-
plice all’unico, il vario al tipico: il critico è sensibile al nuovo,
al mutevole, al diverso, al contradditorio. La teoria è rigida,
la critica duttile.

Scopo di una storia della critica è mostrarne i rapporti
con la creazione artistica e indagare come sia venuta differen-
ziandosi dagli altri generi letterari, con metodi e tecnica suoi
propri. Le origini della critica risalgono al primo affrancarsi
dell’arte dal mestiere, a cui consegue un nuovo interesse della
letteratura per l’arte. Tale trasformazione si compie special-
mente in Francia fra il secolo xvn e il xvm; da ciò il parti-
colare sviluppo dato alla storia della critica, francese, classica
per tutta Europa.

Tali, in breve riassunti, i concetti della succosa prefazione,
che chiarisce bene il piano dell’opera.

La parte ora pubblicata giunge fino a Diderot e come libro
informativo è eccellente.

Il primo capitolo si rifa dai Greci e delinea i rapporti tra
artista e pubblico nell’età classica. Fin dal secolo v si ebbero
trattati di artisti, come più tardi cataloghi di eruditi sulla pro-
duzione dei secoli anteriori, ma nessuna manifestazione scritta
del giudizio pubblico sugli artisti contemporanei. Gli scrittori
del tempo ellenistico sembrano ignorare l’arte pergamica e
rodiese nata sotto i loro occhi. Dispregio? Presentimento di
decadenza? forse, ma non in modo assoluto, come mostra di
credere il Dresdner.

Generale negli artisti è la diffidenza verso il giudizio del
pubblico: diffidenza che il pubblico ripaga con il suo mediocre
interesse alla persona dell’artista. Dione Crisostomo inaugura
la letteratura apologetica dell’arte, seguita da un vero fa-
natismo che raggiunge la sua più acuta fase in Plotino, pre-
cursore dei moderni nel concetto di un’arte espressiva.

Ma nonostante le sue esposizioni e le sue pinacoteche, i
suoi cataloghi e i suoi conoscitori, l’antichità non conobbe
critica. Il processo di differenziazione tra esercizio e interesse
dell’arte, che è condizione della critica, vi s’accenna senza
compirsi. Ben diversamente nel Rinascimento.

Leon Battista Alberti è il primo scrittore che affranchi
l’arte dal mestiere. La sua definizione della pittura separa
la produzione degli artisti da quella degli artieri, con cui era
accomunata nelle corporazioni. Leonardo accentua la tendenza
senza vincere la tradizione che solo Michelangelo infrange:
Michelangelo, primo artista moderno.

Il fatto determinante la crisi è l’affrancarsi dell’arte dal
mecenatismo ecclesiastico. Compare in questo punto sulla
scena l’elemento laico, il pubblico, che fa organo del suo giu-
dizio uno dei poteri costituiti del tempo, i letterati.

Da principio il contatto è amichevole: l’arte ha bisogno della
letteratura per affermarsi presso il gran pubblico: la lettera-
tura, pervasa d’umanesimo, vede nell’arte un elemento cul-
turale. Ma tosto fra Michelangelo e l’Aretino scoppia il primo
dissidio e il profano afferma il diritto di giudicare contro
V artista.
 
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