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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 2
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Cipolla, Carlo: Richerche storiche intorno alla chiesa di Santa Anastasia in Verona, [1]
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RICERCHE STORICHE

INTORNO ALLA CHIESA DI SANTA ANASTASIA IN VERONA

(Continuazione, vedi fase. Y-VT, Anno 19 4)

Due tombe, decorate con arm gentilizie stanno in-
cassate poco al di là del monumento di Federico
Cavalli.

Le pareti sono illuminate da altri affreschi, fra i
quali il più notevole quello che rappresenta il miracolo
di Sant’ Eligio od Alò, fresco del cadere del sec. xiv,
che dal Simeoni fu attribuito a maestro Martino. Meno
notevoli sono un San Cristoforo col bambino Gesù in
ispalla, e la Vergine col Bimbo, San Benedetto, Santa
Caterina e altri santi : San Valentino, che il Simeoni
attribuisce ancora a Martino, San Bartolomeo, Santa
Maria Egiziaca, il battesimo di Cristo, Ecce Homo,
un Apostolo. Sono evidentemente freschi votivi, e
tale è anche un Patrocinio della Vergine che, fra due
Santi, apre il manto, sotto del quale raccoglie quindi
tre devote e quinci tre devoti ; non dico che questo
Patrocinio sia tanto bello, ma esso mi par notevole
per l’iconografia locale; sotto del fresco si rileva a
stento l’inizio di un graffito, forse del sec. xv, con:
« mart //////».

Il p. Pio da Bologna 1 testifica che anticamente
stavano in questa cappella molti stendardi a memoria
di Giacomo Cavalli. Ma il Pellegrini, 2 non ne vide
alcuno. 3 Vennero dunque levati nel sec. xvn. Gia-
como Cavalli qui rammentato è quello intorno a cui
l’Orti raccolse buone notizie. 4

1 Insieme con altre casse, che stavano sospese nella cap-
pella di Sant’Anna (San Vincenzo martire) e dell’aìtar mag-
giore, addì 29 maggio 1804 per decreto di Magistrato di
sanità fu levata dalla presente cappella una cassa in cui
« fu trovato un corpo quasi incorrotto, certo di un Cavalli :
le os;a furono sepolte nel chiostro nella sepoltura della
Compagnia di San Geminiano ». Così dice una postilla che
fra Luigi Guerrieri appose al c. IX del Pellegrini.

Notizia di un’altra tomba ci conservò l’antica descrizione
dei sepolci i : « [i]Nfra capellam predictam (Sancti Gemi-
niani) prope gradus ipsius apud murum versus Subri pam
Ivia Sottjriva) est sepultura dni Ribaldoni da Fapia, cum
liiteiis et arma, Desimela est a fabricatorìbus ecclesie pro-
pt^r pavimentimi ».

2 « Evvi anco sepolto Giacomo Cavalli, valoroso capi-
tano, con molti stendardi, et il proprio elogio et epitafio,
ma per l’antichità consonto, et fatto inintelligibile». P. Pio,
op. cit., pag. 290.

3 Op. cit., cap IV.

4 Op. cit., pagg. 33-4.

L’altare è abbellito da una delicatissima ancona, ricca
di intagli, statue, dorature; le pitture sono del Libe-
rale. L’iscrizione che corre sui dadi dei piedistalli delle
due colonnette mediane, dice: mcccccx | mensis mar-
cii. Sotto ai due Santi che stanno dipinti nelle nicchie
fra la prima e la seconda e fra la seconda e la terza
colonna, sta scritto s. hieronymus e s. geminianvs.
Sui dadi dei piedistalli delle quattro colonnine, il pit-
tore dipinse Profeti e Sibille, l’uno di fronte all’altra
rispettivamente. Le leggende sono :

SIBILA DELPHICA ISAIA PP
SIBILA CUMANA DAVIT PP
SIBILA ERITHREA JEREMIA PP
SIBILA LIBURTINA DANIEL PP

Nei lavori di restauro degli anni 1879-81 1 si rin-
venne un fresco, riportato su tavola, rappresentante
G. C., portante la croce; fu appoggiato alla parete
di sinistra : esso nel 1881 fu trasportato qui dalla cap-
pella del Crocifisso cogli emblemi della Passione.

Altare di San Tommaso.

Sta di fronte alla sacristia, nella crociera princi-
pale. Per collocarlo colà si dovette ostruire la parte
più bassa del grande finestrone rispondente alla parte
di mezzo della crociera, cioè all’asse orizzontale. Pro-
babilmente ciò si fece soltanto alla fine del sec. xv,
quando l’antico altare fu ingrandito e intieramente
rifatto, se questo antico altare precedente all’attuale
effettivamente esisteva. Come si è veduto, ancora nel
sec. xiv esisteva in Santa Anastasia un altare dedi-
cato a San Tommaso, e forse non è impossibile che
esso si trovasse in questo medesimo luogo.2

Chi ridusse l’altare nella forma, che oggi vediamo,
e che rappresenta la nostra prima Rinascenza, egual-
mente lontana dal gotico italiano medievale e dalla
piena fioritura del rinnovato classicismo, fu Cosimo

1 Mangan a ri, op. cit. pag. 26.

2 Addì 27 febbraio 1374 Ginevra Rigolini donò al con-
vento la dote dell’altare di San Tommaso. Nell’archivio di
Sant’Anastasia, grande libro in foglio massimo, cartaceo,
« Tutti gli obblighi del Convento», compilato nel 1727.
 
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