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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 1
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Venturi, Lionello: A traverso le Marche, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0043

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-1 TRAVERSO LE MARCHE

i i

Alla scuola di Giovanni Baronzio sono da attribuire parecchi Crocefissi, e un affresco in
San Domenico di Fano. Rappresenta la Madonna col Bambino, San Jacopo, San Tommaso,
altri due santi e un piccolo committente, entro una lunetta sul sepolcro di Pietro e Ugolino
de’ Pili, medico l’uno, giureconsulto l’altro, del secolo XIV. Le forme del Baronzio sono palesi:
ma il risultato d’insieme non è eccellente. Di crocefissi poi dipinti su legno, nello stile del
Baronzio, senza mai raggiungere l’eccellenza di quello di Mercatello, e senza nemmeno pale-
sare la personalità di Pietro da Rimini, e che quindi conviene ricordare come opere di scuola
riminese del Trecento, ne ho veduti a Rimini, nel Tempio Malatestiano e in Sant’Agostino,
nella chiesa parrocchiale di Montefiorito, sul confine tra Romagna e Marche, nel Municipio
di Sassocorvaro, in San Francesco di Maceratafeltria, nella chiesa di Talamello, tutti e tre
luoghi del Montefeltro, nella Pinacoteca di Urbino (n. 3 e 9), nella Cattedrale di Pergola e in
San Francesco di Sassoferrato (quest’ultimo è il migliore di tutti e il più vicino al Baronzio).

Fuori delle Marche, vi è una pittura su tavola che deve considerarsi opera sicura di
Giovanni Baronzio: il n. 54 della Pinacoteca Vaticana (fig. io). Rappresenta il Crocefisso in alto,
tre santi in basso; ed è di tale bellezza da essere stato attribuito a Giotto medesimo.1 Ma
già il Siren 2 ha intraveduto i rapporti tra la pittura e i
freschi di Tolentino, e ha pensato a un maestro roma-
gnolo, Pietro o Giuliano da Rimini. Solo Giovanni Baronzio
fu capace di un simile capolavoro; e l’identità di motivi e
di fattura con la cuspide del polittico urbinate toglie ogni
dubbio in proposito.

È probabile che alla stessa mano appartenga anche la
tavola con sei scene della vita del Cristo, già nella collezione
Stroganoff a Roma, un tempo attribuita a scuola senese, e
dal Fry riconosciuta come opera della scuola di Giotto. 3

In ogni modo, esiste ormai un gruppo di opere sicure
di Giovanni Baronzio :

1° Il polittico della Galleria di Urbino, 1345.

2° Il Crocefisso e il polittico di San Francesco in
Mercatello, 1344.

3° La Crocefissione e tre santi della Pinacoteca Va-
ticana, n. 54.

4" Gli affreschi superiori del cappellone di San Ni-
cola in Tolentino.

Si tratta di un maestro di eccezione. Io non vedo fuori
di Toscana, verso la metà del Trecento, una personalità più importante nella pittura italiana.
La sua arte è precorritrice: cromatismo orientale su plasticismo fiorentino. Talora la facilità
calligrafica dimentica il problema; taiora è appena un cenno; nel San Giovanni Evangelista
della Croce di Mercatello più che un cenno, è un’affermazione. Un secolo e mezzo dopo,
per ben altre vie, Venezia doveva giungere alla soluzione del problema.

Fig. 12 — Scuola
di Pietro Lorenzetti : Madonna
Urbino, Duomo.

Con Giovanni Baronzio l’arte di Giotto si era dunque affermata nelle Marche circa la
metà del Trecento.

Per quel che ho veduto, la pittura senese del Trecento, invece, ha pochi rappresentanti
diretti nelle Marche. E sulla notizia vasariana di un’opera di Simone Martini e di Lippo Menimi
in Ancona occorre fare la consueta riserva.

1 Cfr. P. D’Aci-iiardi, Guida della Pinacoteca va
licaua, Roma, 1913, pag. 25.

2 O. Siren, ne L’Arte, IX (1906), pag. 326.

3 Pubblicata e illustrata dal Frizzoni, ne L’Arte,
VII (1904), pag. 264.
 
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