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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 1
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Venturi, Lionello: A traverso le Marche, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0054

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20

LIONELLO VENTURI

Oltre le opere ricordate è possibile di attribuire ad Arcangelo di Cola, in via ipotetica,
il trittico della Pinacoteca Vaticana, (n. 86),1 e l’affresco nella parete sinistra di San Esupe-
ranzio presso Cingoli (fig. 18).

Questo rappresenta nella serie inferiore la Madonna col Bambino in piedi entro un’edicola,
con quattro angeli che suonano e due che adorano, attorniata da due sante, di cui una è
Orsola. Nella serie superiore è l’Annunziazione. Nel basso, dell’epigrafe quasi distrutta resta:
«ano dni MCCCCXX... . ». I tipi sembrano ricordare quelli di Arcangelo ; ma un’attribuzione
fondata è impossibile, sopratutto perchè la qualità dell’affresco appare alquanto inferiore a
quella delle opere sicure del Camerinese.

Pietro da Recanati è noto per il polittico della Pinacoteca di Recanati firmato: «hoc opus
factum fuit tempore domini francisci prepositi sancti viti. M'CCCC’XXII ■ petrus pinsit»: lo
stile di Pietro è derivato da Gentile da P'abriano, con un oscuramento delle carni che può
far supporre un influsso di pittura veneziana del Trecento. Della medesima mano mi sembra
il polittico della collegiata di Potenza Picena (fig. 19), di qualità un po’ inferiore, ma con

troppe identità tipologiche, perchè l’attribuzione non debba essere accolta. Simili caratteri pre-
senta anche un polittico nella canonica del Duomo di Osimo, recante la scritta: « hoc opus fecit
fieri domina katerina uxor quondam ser Antonii Fanelli de auximo. M'CCCC'XVIII ». Rappre-
senta nella serie inferiore la Madonna col Bambino e i Santi Caterina, Antonio A., Leopardo
e Nicolò; nella superiore, due Santi martiri, due vescovi e il Crocefisso. Nella sagrestia del
Duomo di Recanati è poi un frammento di piviale con velluto veneziano del secolo XVI, al
quale furono sovrapposti ricami più antichi, rappresentanti l’Incoronazione e otto Santi, di
cui il disegno palesa molte affinità con lo stile di Pietro.

Un seguace di Pietro da Recanati è Giacomo, pure da Recanati, il quale nel 1443 firmò
una tavola esistente nella canonica del Duomo della sua città, così: «1443 tempore domini
nicolai de astis d[eFo]r[o]li[vi]o dominus recaneti macerateque iacobus a recaneto pinxit». E
poiché è memoria nei commentarii della Chiesa recanatese che nel 1441 il vescovo Nicolò de
Astis commise, per collocarla nell’altar maggiore, « tabulam maximam dipintam auro venectiano
fino, azzurro ultramarino, aliisque coloribus », è probabile che la tavola oggi esistente non sia
se non la parte mediana del polittico commesso nel 1441, finito nel 1443.

1 A. Venturi, op. crt.
 
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