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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 1
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Galassi, Giuseppe: Scultura romana e bizantina a Ravenna
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0072

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GIUSEPPE GASASSI

3S

giure fioritura dei marmorari sepolcrali nei due secoli anteriori all’avvento della Corte imperiale
in Ravenna. 1

* * ili

I punti di partenza per una cronologia meno incerta ci sono forniti, invece, dalle deco-
razioni databili delle chiese e dei battisteri. Fondamentali per la storia della tradizione plastica
romana o della pittura marmorea bizantina sono i rilievi del Battistero ortodosso e i marmi di
San Vitale; quelli compiuti verso la metà del secolo V, questi lavorati verso la metà del vi.

Comparando coi rilievi del Battistero il sarcofago ad arcatelle dell’arcivescovo Liberio in
San Francesco, questo rivela indiscutibilmente una maggiore abilità di lavorazione, la quale ci
riporta a tempo anteriore. Poniamo, dunque, la seconda metà del secolo IV. Ma poiché, ap-
punto, Liberio morì nel 352, si può ritenere che il sepolcro non fosse rimesso in opera, come
è avvenuto di molfaltri, ma compiuto in quella occasione.

In un altro sarcofago, quello di San Barbaziano in Duomo, sono adottati per la prima
volta, come vedremo, alcuni elementi decorativi desunti dai marmi di San Vitale. Se ne può,

Fig. 3 — Sant’Apollinare in Classe.

Particolare dell’urna romana di Teodoro. Prima metà del secolo vi
(Fotografia Ricci).

dunque, con grande approssimazione derivare la data della metà del secolo VI. Ecco due
capisaldi per la datazione dei sarcofagi ravennati dallo scorcio del secolo IV alla metà del vi.

Dopo la metà del secolo VI le basi cronologiche sono meno scarse. Della seconda metà
del secolo stesso è l’ambone dell’arcivescovo Agnello, in Duomo; del secolo VII l’ambone dei
Santi Giovanni e Paolo, entrambi databili per mezzo dell’iscrizione. La data della morte di
alcuni arcivescovi del secolo Vili può riferirsi con tutta sicurezza ad alcuni sarcofagi di
Sant’Apollinare in Classe, i quali, anche se si ignorasse quella data, si aggiudicherebbero ugual-
mente a quel secolo: nè possono credersi perciò riadoperati. Finalmente coi cibori di Bagna-
cavallo e di Classe giungiamo al secolo IX.

Queste le pietre miliari. Quanto ai capitelli, essi quasi sempre sono riferibili all’età dei
monumenti cui appartengono. I marmi rimanenti per mezzo della comparazione si possono
distribuire negli spazi vuoti in una lunga serie continua, dal secolo IV fin verso il X.

La grande serie dei sarcofagi 2 s’inaugura coi due ad arcatelle nella Chiesa di San Fran-
cesco. 3

1 I due sarcofagi di San Francesco, i quali servono
al Diitschke di punto di partenza, sarebbero l’uno del
ni e l’altro del 11 secolo! Cfr. Dutschke, op. cit.

2 Per i caratteri generali dei sarcofagi ravvennati,

cfr. A. Venturi, op. cit.

3 Non è mia intenzione di dar conto di ogni marmo
ravennate. Intendo solamente distinguere nei marmi
ravennati le due correnti, romana e bizantina; sicché
 
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