SCULTURA ROMANA E BIZANTINA A RAVENNA
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notevolissimi alcuni, che si dicono derivare dall’ Ursiana, con quattro grifi surroganti le quattro
volute, sopra una fascia a traforo, formata da un tralcio di vite.
Dei vari capitelli che sormontano le colonnine del Battistero ortodosso, alcuni sono rive-
stiti di foglie d'acanto spinoso — ma non eccessivamente aguzzo come l’acanto siriaco _ con
Fig. 9 — Ravenna, San Vitale.
Faccia di pulvino bizantino. Verso la metà del sec. vi
(Fotografia Ricci).
le punte talora ravvicinate. Questo tipo sarà specialmente svolto in Ravenna, e si ritroverà,
al sorgere del secolo VI, nelle Chiese di Sant’Apollinare Nuovo e dello Spirito Santo. Le
punte dell’acanto si toccano con maggiore frequenza, il traforo si sparge.
Bucherellati come favi di vespe sono i capitelli provenienti da Sant’Andrea dei Goti (fig. 4);
Fig. io — Ravenna, San Vitale.
Faccia di Pulvino bizantino. Verso la metà del sec. vi
(Fotografia Ricci).
ma i forellini non dànno leggerezza, non hanno una funzione prevalente sul pieno. Rudi, pesanti,
tozze, rimangono le foglie, aggettanti forte dal fondo.1
1 Questi capitelli presentano una vaga somiglianza
con alcuni, dalle foglie mosse dal vento, di San De-
metrio di Salonicco. Quelli di Salonicco rappresen-
tano uno stadio anteriore alla creazione del vero ca-
pitello bizantino ; e appartengono di fatto al secolo v
(Cfr. Rivoira, Le origini dell’architettura lombarda;
Milano, 1908). Diffuso il traforo anche in Occidente,
era naturale che le tardive forme del composito mo-
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notevolissimi alcuni, che si dicono derivare dall’ Ursiana, con quattro grifi surroganti le quattro
volute, sopra una fascia a traforo, formata da un tralcio di vite.
Dei vari capitelli che sormontano le colonnine del Battistero ortodosso, alcuni sono rive-
stiti di foglie d'acanto spinoso — ma non eccessivamente aguzzo come l’acanto siriaco _ con
Fig. 9 — Ravenna, San Vitale.
Faccia di pulvino bizantino. Verso la metà del sec. vi
(Fotografia Ricci).
le punte talora ravvicinate. Questo tipo sarà specialmente svolto in Ravenna, e si ritroverà,
al sorgere del secolo VI, nelle Chiese di Sant’Apollinare Nuovo e dello Spirito Santo. Le
punte dell’acanto si toccano con maggiore frequenza, il traforo si sparge.
Bucherellati come favi di vespe sono i capitelli provenienti da Sant’Andrea dei Goti (fig. 4);
Fig. io — Ravenna, San Vitale.
Faccia di Pulvino bizantino. Verso la metà del sec. vi
(Fotografia Ricci).
ma i forellini non dànno leggerezza, non hanno una funzione prevalente sul pieno. Rudi, pesanti,
tozze, rimangono le foglie, aggettanti forte dal fondo.1
1 Questi capitelli presentano una vaga somiglianza
con alcuni, dalle foglie mosse dal vento, di San De-
metrio di Salonicco. Quelli di Salonicco rappresen-
tano uno stadio anteriore alla creazione del vero ca-
pitello bizantino ; e appartengono di fatto al secolo v
(Cfr. Rivoira, Le origini dell’architettura lombarda;
Milano, 1908). Diffuso il traforo anche in Occidente,
era naturale che le tardive forme del composito mo-