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GIUSEPPE GASASSI
svolgersi in altre curve lobate e in altri cerchi — contiene le stelle immobili e le stelle giranti
con un bottone d’oro nel mezzo. Negli spazi minori alcuni uccelletti si distinguono appena ;
chè le gambine, la coda, le ali, la cresta e il becco si uncinano alle foglie, e formano con esse
un sol nastro.
Uri;frammento- di pluteo, o di transenna, pure nel Museo, mostra il rabesco, marmoreo
Fig. 18 — Ravenna, San Vitale. Stucchi romani. Verso la metà del secolo vi
(Fotografia Ricci).
bizantino su fondo di marmi colorati, fra i quali distinto si accende 1’africanone, rosso venato.
Ma il frammento purtroppo è assai logoro.
La massima finezza del filo marmoreo è cercata in due capitelli della Cappella delle reli-
quie in Sant’Apollinare Nuovo. In un d’essi una cordicella s’intreccia in nodi complicati, nelle
quattro facce, tra le fronde di lauro. Nell’altro capitello (fig. 12) non sono più fasce divisorie,
non le riquadrature, i reticolati, i cerchi. Il refe marmoreo ha conquistata la massima libertà,
e si sbizzarrisce in mille modi correndo qua e là: e scivola sulla superficie rapidamente, si
volge e si svolge, si torce e si snoda, agile ed irrequieto. I vuoti sono larghi: la loro super-
ficie è assai maggiore di quella del nastrino girante, sì che il filo s’affina e la trina vuol'essere
più molle e leggera.
Vuol’essere, ma non è; chè l'ombra non riempie i vuoti, di troppo essendo allargata la
superficie dello sfondo: più non nuota il rabesco nel lago dell’ombra, ma qua e là affiora sul-
GIUSEPPE GASASSI
svolgersi in altre curve lobate e in altri cerchi — contiene le stelle immobili e le stelle giranti
con un bottone d’oro nel mezzo. Negli spazi minori alcuni uccelletti si distinguono appena ;
chè le gambine, la coda, le ali, la cresta e il becco si uncinano alle foglie, e formano con esse
un sol nastro.
Uri;frammento- di pluteo, o di transenna, pure nel Museo, mostra il rabesco, marmoreo
Fig. 18 — Ravenna, San Vitale. Stucchi romani. Verso la metà del secolo vi
(Fotografia Ricci).
bizantino su fondo di marmi colorati, fra i quali distinto si accende 1’africanone, rosso venato.
Ma il frammento purtroppo è assai logoro.
La massima finezza del filo marmoreo è cercata in due capitelli della Cappella delle reli-
quie in Sant’Apollinare Nuovo. In un d’essi una cordicella s’intreccia in nodi complicati, nelle
quattro facce, tra le fronde di lauro. Nell’altro capitello (fig. 12) non sono più fasce divisorie,
non le riquadrature, i reticolati, i cerchi. Il refe marmoreo ha conquistata la massima libertà,
e si sbizzarrisce in mille modi correndo qua e là: e scivola sulla superficie rapidamente, si
volge e si svolge, si torce e si snoda, agile ed irrequieto. I vuoti sono larghi: la loro super-
ficie è assai maggiore di quella del nastrino girante, sì che il filo s’affina e la trina vuol'essere
più molle e leggera.
Vuol’essere, ma non è; chè l'ombra non riempie i vuoti, di troppo essendo allargata la
superficie dello sfondo: più non nuota il rabesco nel lago dell’ombra, ma qua e là affiora sul-