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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 2
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Ricci, Corrado: Gli Aspertini
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0130

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CORRADO RICCI

di Monaci, di Preti, di Principi, di Plebei, d’imperatori, di Cardinali e di Papi; dall’altra
parte un cielo irato, fosco e nero, tutto pieno di lampi e di saette, che vannosi a scaricare
e piovere sovra l’Inferno, entro il quale stranamente e in crudelissimi modi si vedono tor-
mentate l’anime dannate: a rimirarle finse una Matrona condotta dall’Angelo e tentata da una
diavolessa per la lascivia, che dietro ha la ruffalda: più lunge un banchiere, che appoggiato
al telonio, niega la elemosina ad un poverello che gli ne chiede; uno che steso, tiratosi il
manto sopra agli occhi, mostra l’ozio; v’è la lascivia, la crapula; vi è l’ira in uno, che affer-
rato un galantuomo per i capelli, gli pianta un pugnale nella gola. Finse che di qua s’incam-
minassero tutti i mortali d’ogni condizione, e che giungendo ad un ponte, necessitati fossero
a salire sopra una stanga posta nel mezzo in bilico, che se li portava in alto, venivano ricevuti
dagli angeli, se traboccava al basso, trovavano i diavoli pronti a porli nella barca di Caronte.
In cielo poi varie figure dell’Apocalisse, e nel mezzo una bilancia e una spada, alludendo alla
protezione dell’Arcangelo Michele titolare di quella chiesa e Munistero. Sotto poi nel fregio
pose duo de que’ Monaci sonnolenti e pensosi, col cappuccio tirato sugli occhi, e in un poli-
zino il suo nome Amicus Aspertinus Bononiensis pinxit e sotto 1514».1 2

Tale bizzarro affresco, il più bizzarro forse fra quelli usciti dallo strano cervello d’Amico,
fu distrutto nel 1677, ossia poco dopo che il Malvasia l’aveva descritto, per far posto alle
pitture di Domenico Maria Canuti e di Enrico ITaffner.

Poco lungi, sul colle a sud-est del monastero di San Michele in Bosco, dove ora si trova
la Villa Revedin, e precisamente in un muro prossimo alla chiesa dei Cappuccini soppressa
nel 1798, poi demolita, era un’altra pittura d’Amico così descritta nel 1560 dal Damo: «Al-
l’uscir fuori della chiesa del li frati Cappuccini, sul canto della loro muraglia, a mano sinistra
verso il ponente, si è conservato un quadro dipinto a fresco sul muro, dov’è un Cristo tolto
dalla Croce in braccio alle Marie dov’è una figura, che si china a pigliare li piedi di Cristo
con le mani e mostra tutta la schiena. Sono molte figure accomodate in piccolo spazio, tutte
tratteggiate in punta di pennello, ed è opera sattisfatoria per mano di Maestro Amico da
Bologna » /

Così quasi a piedi del colle di San Michele in Bosco, e vicino a porta San Mamolo,
nella chiesa e nel convento, a loro volta soppressi e demoliti, dei Gesuati, dov’era come si
vedrà, il tirocinio di Amico, s’avevano altre sue pitture di cui parla il Malvasia: «Quelle
poche che saranno avanzate ne' PP. Gesuati, dopo la rimodernatura del Convento, edificazione
della grande e nuova chiesa loro, e soppressione finalmente di essi, e fra queste la tanto ben
disegnata e pastosamente colorita Samaritana che par di Giorgione!»3

Ora di tanti affreschi d’Amico nulla più rimane se non, come si disse, i due di Santa
Cecilia, una figura di san Bernardino trasportata a San Girolamo della Certosa, dove ancora
si trova, dalla chiesa del Buon Gesù,4 (sotto il cui portico era pure una sua testa del Salvatore
oggi perduta)5 e sembra, una Madonna col Bambino e san Gregorio, nella chiesa di Ronzano,6
prossima a Bologna, nonché il Cristo deposto che si vede nel paliotto della cappella Marescotti
in San Martino, dipinto a fresco, ma poi ripassato ad olio.7

* * *

Non miglior sorte ebbero quasi tutti gli affreschi da lui condotti in edifici privati. E per-
duta la Mado?ina col Bambino che si vedeva sotto il portico di una casa Ercolani in via Galliera \ s

1 Malvasia, Op. cit., II, pag. 116. Vedi anche
Masini, Op. cit., pag. 128, Baldinucct, II, pag. 126
e la nota 3 al Vasari, V, pag. 180.

2 Graticola, pagg. 18-19.

3 Felsina pittrice, pagg. 115-116.

‘i Masini, Op. cit., pag. 83, e Malvasia, Op.' cit.,
I, pag. 116.

5 Masini, Op. cit., pag. 83, e Malvasia, Op. cit.,

I, pag. 116.

6 Giovanni Gozzadini, Cronaca di Ronzano (Bo-
logna, 1851), pagg. 63 e 64 ; Alfonso Rubbiani, Mon-
tagne e vallate del Bolognese. 1 colli suburbani, nel-
PAppennino bolognese (Bologna, 1881), pag. 444.

7 Berenson, pag. 164.

8 Masini, Op. cit., pag. 159; Malvasia, Op. cit.,
I, pag. x 16; Baldinucci, op. cit., II, pag. 126.
 
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