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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 2
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Ricci, Corrado: Gli Aspertini
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0139

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GLI ASPER TINI

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documenti non ne facciano esplicita menzione, sembra a noi che si possa dimostrarlo seguendo
nell’analisi delle scolture di quelle porte».1 Infatti altre notizie nel Giornale della fabbrica e
nel Libro dei mandati sembrano riferirsi ad altri lavori suoi di scoltura, ma più tardi. Intanto
giova riferir che il Supino assegna ad Amico anche le storie con Giuseppe venduto dai fra-
telli,2 3 Beniamino che riporta la tazza a Faraone, sempre nelle porte, nonché La moglie di Pu-
tifarre che accusa Giuseppe e La costruzione dell'arca rimaste fuor d’opera ed ora nel museo
della chiesa.5 D'altronde egli dovett’essere veramente nelle grazie dei fabbriceri se per più
che tre lustri, a muover appunto dal 1514, la sua attività si svolse quasi esclusivamente per

Fig. 22 — Amico Aspertini : Giuseppe calato nella cisterna
Bologna, San Petronio.

loro. Ben poche cose estranee (come il ritratto del Barraco del 1520, la Disputa di sant’Ago-
stino del 1523 e non si sa che lavoro per Annibaie Gozzadini del 15274 ) si hanno infatti nel
frattempo, mentre invece nel 1519 dipinge per la grande chiesa bolognese la Pietà, nel 1524
la per essa il disegno di un orologio,5 nel 1525 riceve arnesi e danari certo per opere di
scoltura, nel 1526 s’impegna di scolpire per la lunetta della porta destra il gruppo del Cristo

1 Doc. Vili. Cfr. Supino, Op. cit., pagg. 43 e 103.

2 In questa scena si vede imitato uno dei Dioscuri
di Montecavallo.

3 Supino, Op. cit., pag. 45.

4 Doc. IX. Michelangelo Gualandi, Memorie
originali italiane riguardanti le Belle Arti, Serie I
(Bologna, 1840), pag. 33.

5 Supino, op. e loc. cit.

L’Arte. XVIII

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