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ROBERTO BONGHI
perchè, nei suoi affreschi di San Martino, egli è più che un imitatore, un falsificatore del
risalto plastico del maestro.
Questa è la sorte di Battistelìo nell’arte napoletana, e soltanto più tardi, verso il 1660,
quando Mattia Preti crea i capolavori del soffitto di San Pietro a Maiella egli pensa di rifarsi
direttamente a Caracciolo, e per certe trovate altamente compositive e per l’ampio risalto delle
forme severe, e per quei contrasti di tinte fra il bronzo pallido delle carni e le grandi mac-
chie di rosso e di bruno; ma in quelle stesse creazioni si accennano d’altronde uno sviluppo e
una risoluzione diversa del caravaggismo di fronte al problema della decorazione; una riso-
luzione che aneli'essa porta lontano da Merisi perchè invece di proseguirlo con l’attualità lo
Figi 18 — Battistelìo': Madonna col Bambino e Sant’Anna. Vienna, Museo Reale
(Fotografia B r u c k m a n n ).
riporta a coincidere con qualche fatto stilistico diverso e prima sfruttato: dico la coincidenza
cercata da Preti dei piani luminosi di Caravaggio con i piani prospettici ancora vigenti — per
quanto sfogliati nella massima espansione superficiale — nell’arte veneziana di Paolo da cui
li riprende.
E dunque il naturalismo di Ribera che trionfa a Napoli ancor vivo Battistelìo, e senza
ch’egli batta ciglio, il massimo ostacolo alla degna prosecuzione della sua serietà artistica.
Ribera piace più di lui, a Napoli, come due secoli prima — valori di grandezze a parte —
Vati Eyck piace più di Piero e di Masaccio. Notate: è una constatazione di fatto ch’io reco
intorno ai pittori napoletani — poiché sta il fatto che Ribera come Morelli sono rei delle
medesime colpe — e non un apriori etnico ch’io voglia porre alla storia dell’arte napoletana per
via della sua secolare tradizione- fiamminga o del temperamento dei suoi pittori, troppo ade-
ROBERTO BONGHI
perchè, nei suoi affreschi di San Martino, egli è più che un imitatore, un falsificatore del
risalto plastico del maestro.
Questa è la sorte di Battistelìo nell’arte napoletana, e soltanto più tardi, verso il 1660,
quando Mattia Preti crea i capolavori del soffitto di San Pietro a Maiella egli pensa di rifarsi
direttamente a Caracciolo, e per certe trovate altamente compositive e per l’ampio risalto delle
forme severe, e per quei contrasti di tinte fra il bronzo pallido delle carni e le grandi mac-
chie di rosso e di bruno; ma in quelle stesse creazioni si accennano d’altronde uno sviluppo e
una risoluzione diversa del caravaggismo di fronte al problema della decorazione; una riso-
luzione che aneli'essa porta lontano da Merisi perchè invece di proseguirlo con l’attualità lo
Figi 18 — Battistelìo': Madonna col Bambino e Sant’Anna. Vienna, Museo Reale
(Fotografia B r u c k m a n n ).
riporta a coincidere con qualche fatto stilistico diverso e prima sfruttato: dico la coincidenza
cercata da Preti dei piani luminosi di Caravaggio con i piani prospettici ancora vigenti — per
quanto sfogliati nella massima espansione superficiale — nell’arte veneziana di Paolo da cui
li riprende.
E dunque il naturalismo di Ribera che trionfa a Napoli ancor vivo Battistelìo, e senza
ch’egli batta ciglio, il massimo ostacolo alla degna prosecuzione della sua serietà artistica.
Ribera piace più di lui, a Napoli, come due secoli prima — valori di grandezze a parte —
Vati Eyck piace più di Piero e di Masaccio. Notate: è una constatazione di fatto ch’io reco
intorno ai pittori napoletani — poiché sta il fatto che Ribera come Morelli sono rei delle
medesime colpe — e non un apriori etnico ch’io voglia porre alla storia dell’arte napoletana per
via della sua secolare tradizione- fiamminga o del temperamento dei suoi pittori, troppo ade-