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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 2
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Fiocco, Giuseppe: La giovinezza di Giulio Campagnola
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0175

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LA GIOVINEZZA DI GIULIO CAMPAGNOLA 141

Carmelo, durante la massaria di Alberto Linguacio e il gastaldionato di maestro Francesco
e di maestro AndrioloCome ci si presenta oggi la scuola, a cui si accede per la porta aperta
nell’asse della costruzione rettangolare, oltre che per due ingressi laterali, attraversando un
piccolo vestibolo, non mostra traccia alcuna dell’epoca accennata dall’epigrafe, ma si dimostra
una semplice costruzione, d’intonazione ancora quasi quattrocentesca, adorna d’un soffitto a
lacunari, ripartita in quattro campi uguali (fig„ 1). All’ultimo corrisponde il sottostante pre-
sbitero, alquanto sollevato e diviso per mezzo di tre arcate dal corpo della chiesa.

La decorazione, sia del soffitto a cornici, sia dei fregi correnti a guisa d’architrave sotto
di questo, sia della ripartitura delle pareti, per mezzo di colonne posanti sopra un alto zoc-
colo, in ragione di due riquadri per ogni campo del soffitto, corrisponde pienamente allo

Fig. 2 — G. Campagnola: Natività di Maria Vergine. Padova, Scuola del Carmine.

(Fotografia Anderson).

stile del primissimo cinquecento. Vi si svolgono scene della vita di Maria, le quali incomin-
ciando allato dell’altare, a sinistra, col « Rifiuto dell’offerta di Gioacchino » girano tutt’attorno
e terminano a destra con la rappresentazione dell’Assunta.

Quattro di questi affreschi, e precisamente quelli della parete sinistra che vengon dopo
la Visitazione, si distinguono per una maniera più arcaica dalle altre tutte, rilevanti la piena
maturità dell’arte veneziana; e sono queste poche quelle che più precisamente interessano il
nostro studio.

Il contrasto ne risulta tanto più evidente e fa subito pensare alla stranezza dei commit-
tenti, i quali potendo disporre di artisti evoluti, fra cui dello stesso Tiziano, vi avrebbero 1

1 Questo maestro Andriolo è probabilmente lo seni- sino alla morte (f 1377), e maestro Francesco è forse

tore Andriolo de Sanctis che tanto lavorò a Padova il di lui noto compagno lapicida.
 
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