LA GIOVINEZZA DI GIULIO CAMPAGNOLA i47
Il gruppo che sta appresso conferma quanto il Campagnola, a cagione della particolare
virtuosità nell’incisione, attingesse alle stampe, e nel caso nostro, da Marcantonio Raimondi,
come dimostra specialmente nell’acconciatura e nella rigidezza del volto la donna girata com-
pletamente di profilo a destra. Nella figura incoronata della Vergine, che precede devotamente
le altre compagne, si notano invece quelle forme ibride, prodotte dall’influenza del Diirer e
così caratteristiche dell’operosità di Jacopo de’ Barbari.
Pare, del resto, che l’autore stesso voglia apertamente confessare la sua devozione al
grande maestro tedesco, da cui tanto profitto aveva tratto, quando nel rappresentare il Ma-
Fig. 8 — Giulio Campagnola: Sposalizio di Maria Vergine. Padova, Scuola del Carmine
(Fotografia Anderson).
trimonio di Maria Vergine, lo ritrae fra i concorrenti sfortunati. Certo è quest’ultima scena
che testimonia nel modo più completo quel camaleontismo artistico che in lui tenne spesso
luogo dell’originalità. Pure attraverso una sempre crescente abilità pit-
torica ritroviamo i vecchi tipi mantegneschi o del Parenzano in Gioac-
chino ed Anna, che stanno a sinistra, appena dietro il sacerdote (fìg. 8).
Il Campagnola mostra però di aver approfittato degl’ insegnamenti
alvisiani e forse dell’esempio del Montagna nel rappresentare, sotto le
spoglie dei contendenti, personaggi del tempo. Ed è fra costoro che
appare il ritratto del Diirer, chiaramente discernibile a cagione dei
lunghi capelli alla nazzarena e del caratteristico profilo allungato, cor-
rispondente ai ritratti di Monaco e di Madrid, che lo riproducono così
com’era intorno al iRcR, tempo del secondo viaggio in Italia (fig. gì; „
3 3’ 1 v 8 Fig. 9 — Ritratto
con una sincerità anzi che invano si ricercherebbe nelle opere citate di A Diirer
del maestro tedesco. Tutto l’armamentario dell’incisore : la fondamen- (Part. dello Sposalizio).
Il gruppo che sta appresso conferma quanto il Campagnola, a cagione della particolare
virtuosità nell’incisione, attingesse alle stampe, e nel caso nostro, da Marcantonio Raimondi,
come dimostra specialmente nell’acconciatura e nella rigidezza del volto la donna girata com-
pletamente di profilo a destra. Nella figura incoronata della Vergine, che precede devotamente
le altre compagne, si notano invece quelle forme ibride, prodotte dall’influenza del Diirer e
così caratteristiche dell’operosità di Jacopo de’ Barbari.
Pare, del resto, che l’autore stesso voglia apertamente confessare la sua devozione al
grande maestro tedesco, da cui tanto profitto aveva tratto, quando nel rappresentare il Ma-
Fig. 8 — Giulio Campagnola: Sposalizio di Maria Vergine. Padova, Scuola del Carmine
(Fotografia Anderson).
trimonio di Maria Vergine, lo ritrae fra i concorrenti sfortunati. Certo è quest’ultima scena
che testimonia nel modo più completo quel camaleontismo artistico che in lui tenne spesso
luogo dell’originalità. Pure attraverso una sempre crescente abilità pit-
torica ritroviamo i vecchi tipi mantegneschi o del Parenzano in Gioac-
chino ed Anna, che stanno a sinistra, appena dietro il sacerdote (fìg. 8).
Il Campagnola mostra però di aver approfittato degl’ insegnamenti
alvisiani e forse dell’esempio del Montagna nel rappresentare, sotto le
spoglie dei contendenti, personaggi del tempo. Ed è fra costoro che
appare il ritratto del Diirer, chiaramente discernibile a cagione dei
lunghi capelli alla nazzarena e del caratteristico profilo allungato, cor-
rispondente ai ritratti di Monaco e di Madrid, che lo riproducono così
com’era intorno al iRcR, tempo del secondo viaggio in Italia (fig. gì; „
3 3’ 1 v 8 Fig. 9 — Ritratto
con una sincerità anzi che invano si ricercherebbe nelle opere citate di A Diirer
del maestro tedesco. Tutto l’armamentario dell’incisore : la fondamen- (Part. dello Sposalizio).