DOI Heft:
Fasc. 2
DOI Artikel:Fiocco, Giuseppe: La giovinezza di Giulio Campagnola
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0182
I4S
GIUSEPPE FIOCCO
tale educazione mantegnesca, il ricordo del soggiorno ferrarese, la devozione per il Dùrer,
il primo amore per Giorgione, sono in questi affreschi, e vi stanno accanto, senza confon-
dersi, come nella bottega d’un rigattiere e come non si osserva in alcuna delle tarde opere
della scuola mantegnesca padovana.
Nè ci sarà difficile proporre una data per gli affreschi, che confermano appieno il Michiel,
laddove ricorda il Campagnola come pittore di opere decorative di gran formato.
La « Visitazione » di Tiziano ci assicura che le pitture dovettero esser fatte parecchi anni
innanzi al 1511, tanto d’aver bisogno d’essere in buona parte rinnovate; il ritratto del Diirer,
la figura imitata dalla « prova del fuoco » ci conducono per lo meno alla metà del primo de-
cennio del Cinquecento, in armonia con gli stemmi dei Grompo e dei Cuinano che, secondo
ci avverte il Brandolese, apparivano in certo ciclo di opere squarcionesche, della scuola di San
Giuseppe, accanto alle date 1506 e 15 io.1
Giungiamo così con le pitture là dove incomincia la serie delle incisioni del Campagnola,
a quella stampa del Tobiolo che abbiamo più volte citata, la più arcaica fra tutte, sia per la
tecnica che per la maniera mantegnesca e grossa, e a quelle altre poche che già nello sfondo
copiato dal Dùrer mostrano il primo elemento riformatore.
Attentamente studiati gli affreschi arcaici della scuola del Carmine, torna facile compren-
dere le due incisioni del maestro .1.1. CA . che, fino ad oggi, non hanno trovato sede
sicura.
Fig. io — Giulio Campagnola: Santa Lucia
Incisione del maestro dal monogramma I. I. CA
(Fotografia Macbeth).
Il maestro dal monogramma
. 1.1 .CA .
1 Op. cit., pagg. 182-1S5.
GIUSEPPE FIOCCO
tale educazione mantegnesca, il ricordo del soggiorno ferrarese, la devozione per il Dùrer,
il primo amore per Giorgione, sono in questi affreschi, e vi stanno accanto, senza confon-
dersi, come nella bottega d’un rigattiere e come non si osserva in alcuna delle tarde opere
della scuola mantegnesca padovana.
Nè ci sarà difficile proporre una data per gli affreschi, che confermano appieno il Michiel,
laddove ricorda il Campagnola come pittore di opere decorative di gran formato.
La « Visitazione » di Tiziano ci assicura che le pitture dovettero esser fatte parecchi anni
innanzi al 1511, tanto d’aver bisogno d’essere in buona parte rinnovate; il ritratto del Diirer,
la figura imitata dalla « prova del fuoco » ci conducono per lo meno alla metà del primo de-
cennio del Cinquecento, in armonia con gli stemmi dei Grompo e dei Cuinano che, secondo
ci avverte il Brandolese, apparivano in certo ciclo di opere squarcionesche, della scuola di San
Giuseppe, accanto alle date 1506 e 15 io.1
Giungiamo così con le pitture là dove incomincia la serie delle incisioni del Campagnola,
a quella stampa del Tobiolo che abbiamo più volte citata, la più arcaica fra tutte, sia per la
tecnica che per la maniera mantegnesca e grossa, e a quelle altre poche che già nello sfondo
copiato dal Dùrer mostrano il primo elemento riformatore.
Attentamente studiati gli affreschi arcaici della scuola del Carmine, torna facile compren-
dere le due incisioni del maestro .1.1. CA . che, fino ad oggi, non hanno trovato sede
sicura.
Fig. io — Giulio Campagnola: Santa Lucia
Incisione del maestro dal monogramma I. I. CA
(Fotografia Macbeth).
Il maestro dal monogramma
. 1.1 .CA .
1 Op. cit., pagg. 182-1S5.