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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 2
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Fiocco, Giuseppe: La giovinezza di Giulio Campagnola
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0184

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GIUSEPPE FIOCCO

mostruose vegetazioni, fra cui si avanzano i pastori e si snoda il corteo dei Magi, risibili
come fantocci bambineschi. Gli esemplari del Dtirer non hanno ancora insegnato al giovinetto
a lontanare e bene architettar gli sfondi.

Così, se con la Santa Lucia avevamo trovato un’ incisione che, al pari dell’Angiolo e
Tobiolo, del Saturno, della Genoveffa 1 e del Ganimede; si potevano considesar parallele alle
pitture della scuola del Carmine; tali da permetterci di vedere l’arte del Campagnola in for-
mazione, con quest’ultima stampa possiamo ben dire di averla sorpresa alle sue stesse povere
sorgenti.

“ Gli amanti ” della raccolta Benson.

Padrone ormai della tecnica, potè il Campagnola progredire più spedito, secondo le ten-
denze italiane. Già nei freschi della scuola del Carmine vediamo che un nuovo astro sorge
accanto al Dtirer nell’arte del padovano : Giorgione. Le stampe dimostrano ch’egli divenne

Fig. 12 — Giulio Campagnola: Gli amanti. Londra, Collezione del sig. Benson.

ben presto dominatore. Al romanticismo esotico e fantastico si va sostituendo quella blanda
melanconia che pervade l’arte del maestro di Castelfranco; ed è anzi questa tristezza sognante
che l’interessa anche più della riforma tecnica giorgionesca.

Proprio al contrario di quanto era successo a quasi tutti i seguaci del rinnovamento :
Tiziano, Romanino, Dosso, Paris Bordone, Palma, Pordenone, nature sane e nemiche d’ogni
astrazione, che subito sostituirono alle romanzesche allegorie, poeticamente distillate, entro cui
meglio si espandeva lo spirito sottile di Giorgione, la piana libertà della mitologia ; egli, deli-
cato, come quasi tutte le nature eccessivamente precoci, e come presago della prossima fine,
si chinò sulla sua tristezza. Il libero e ardito idealismo di Giorgione che s’allargava al pae-
saggio e ai nudi stessi più arrischiati, con castità quasi religiosa, si mutò per lo più in un
pietismo malaticcio, e non si rivolse alla vita e all’amore se non per ricordarne la caducità.

Poche volte Giulio si azzarda a riprodurre il nudo, e se lo fa è solo per copiare, come
nelle due donne ch’egli ritrasse da una stampa di Ludwig Krug e nella « nuda stesa e volta »
che derivò direttamente dall’opera del maestro. Ma per lo più è il sacerdote che sermoneggia

1 Non metto nel noverò quella Leda che il K. dà come opera di Giulio, e che mi pare piuttosto di
maniera affine al maestro I. B. e l’uccello.
 
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