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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 2
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Fiocco, Giuseppe: La giovinezza di Giulio Campagnola
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0186

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U2

GIUSEPPE FIOCCO

La “prova del fuoco” e il “giudizio di Salomone” agli Uffizi.

Entro la cerchia già così piccola e incerta delle pitture di maestro Zorzi da Castelfranco
la disputa più viva e appassionata è forse quella intorno ai quadretti fiorentini. Rade volte
le opere giustificarono così stranamente giudizi tanto disparati. Ma poi che accanto ai caratteri
del più evidente e squisito giorgionismo di figura e di paesaggio è tale povertà di particolari
nella « prova del fuoco » e insufficienza di costruire la scena nel « giudizio di Salomone » da
convenire appena a un artista molto mediocre, fu certo prudente escluderli dal novero delle
opere genuine; fintanto almeno che un qualche elemento nuovo di giudizio non fosse venuto

Fig. 14 — Giorgione e Giulio Campagnola:
Giudizio di Salomone. Firenze, Uffizi — (Fot. Alinari).

a fornire la base di una distinzione per dare a Cesare ciò ch’è di Cesare e a Dio ciò ch’è
di Dio.

La «prova del fuoco», la prima delle famose tavolette degli Uffizi, è uno di quei sog-
getti leggendari in cui più facilmente s’acquetò la fantasia romantica di Giorgione. Nell’ampio
paesaggio che lontana fra monti boscosi, lungo il fiume scintillante, guardato da castelli e da
case, non è possibile che non appaia la stretta parentela con la «Tempesta», anche se gli
alberi sono meno soffici di fronde e nell’aria non è lo scintillìo vaporoso del paesaggio della
raccolta Giovanelli. 11 bambinetto che pare sgusciar dalle mani dell’ornata fanciulla per pro-
vare la sua virtù al contatto dei carboni ardenti, profferti entro i bacili da due paggi eleganti,
è l’unico essere che distragga con un moto dalla paura sognante che grava su tutta l'accolta;
e sono i due paggi, la fanciulla che porge il piccolo Mosè e la donna che le sta accanto le
uniche figure in cui l’eleganza sottile della linea sia come vibrante di una melodia inestin-
guibile. Qua e là è pure qualche particolare di belle vesti, qualche posa felice, qualche garbo
di linea, ma nulla di più stranamente intontito di quelle teste, in cui lo sguardo non è
 
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