LA GIOVINEZZA DI GIULIO CAMPAGNOLA
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Basti ricordare lo sfondo del Battista e quello dei giovani musicanti per il fantastico ac-
cordo delle bellezze naturali, e il paesaggio del « Cristo e la Samaritana » per la delicata in-
terpretazione di uno sfondo lagunare. Qui veramente il Campagnola non è soltanto l’ombra
di Giorgione, ma uno dei più fini iniziatori di quella tendenza paesistica che si contrappose
alle complicate forme esotiche con la calcolata e sapiente chiarezza.
Pur non volendo dar troppo peso all’imitazione di queste opere gentilissime, fatta dal
profumato Watteau, è certo che una tale interpretazione delle vedute naturali sedusse non
pochi e che di là trasse l’ispirazione feconda Domenico Campagnola per i suoi disegni, che
Fig. 17 — Seguaci di Giulio Campagnola e di Tiziano :
Miracolo della giumenta. Padova, Scuola del Santo — (Fot. Alinari).
grossamente ricalcati dapprima dai Carracci e dai carracceschi, alimentarono poi la grande
corrente paesista del Settecento veneziano, dal Ricci al Piranesi.
E forse innanzi del discepolo, che potè dare nella lunga vita e nell’opera abbondante ed
eclettica pieno sviluppo ai nuovi concetti, fu Giulio il primo a fare dei disegni «ex professo»,
come opera d’arte a sè, non di solo valore ausiliario.
Ed è per questo che gioverà completare il breve elenco del Kristeller con qualche ag-
giunta e con qualche nuova conclusione.
Quell’amore per la varietà di monti, d’acque, di cieli e di figure, che non riuscì a spie-
garsi sulla falsariga di Giorgione nelle storiette degli Uffizi, quando il giovane era ancora
rattenuto dalla lunga e gretta tradizione padovano-mantegnesca (da cui l’abbiamo visto discen-
dere con la stampa del Presepe, e lentamentedi partirsi con l’aiuto del Diirer) si fece a
poco a poco intendere nel quadretto Benson e nelle incisioni del secondo e del terzo periodo,
ma non mai così libero e senza importune parentesi eh imitazione, come nei disegni che per
lungo tempo passarono per opere prettamente veneziane.
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Basti ricordare lo sfondo del Battista e quello dei giovani musicanti per il fantastico ac-
cordo delle bellezze naturali, e il paesaggio del « Cristo e la Samaritana » per la delicata in-
terpretazione di uno sfondo lagunare. Qui veramente il Campagnola non è soltanto l’ombra
di Giorgione, ma uno dei più fini iniziatori di quella tendenza paesistica che si contrappose
alle complicate forme esotiche con la calcolata e sapiente chiarezza.
Pur non volendo dar troppo peso all’imitazione di queste opere gentilissime, fatta dal
profumato Watteau, è certo che una tale interpretazione delle vedute naturali sedusse non
pochi e che di là trasse l’ispirazione feconda Domenico Campagnola per i suoi disegni, che
Fig. 17 — Seguaci di Giulio Campagnola e di Tiziano :
Miracolo della giumenta. Padova, Scuola del Santo — (Fot. Alinari).
grossamente ricalcati dapprima dai Carracci e dai carracceschi, alimentarono poi la grande
corrente paesista del Settecento veneziano, dal Ricci al Piranesi.
E forse innanzi del discepolo, che potè dare nella lunga vita e nell’opera abbondante ed
eclettica pieno sviluppo ai nuovi concetti, fu Giulio il primo a fare dei disegni «ex professo»,
come opera d’arte a sè, non di solo valore ausiliario.
Ed è per questo che gioverà completare il breve elenco del Kristeller con qualche ag-
giunta e con qualche nuova conclusione.
Quell’amore per la varietà di monti, d’acque, di cieli e di figure, che non riuscì a spie-
garsi sulla falsariga di Giorgione nelle storiette degli Uffizi, quando il giovane era ancora
rattenuto dalla lunga e gretta tradizione padovano-mantegnesca (da cui l’abbiamo visto discen-
dere con la stampa del Presepe, e lentamentedi partirsi con l’aiuto del Diirer) si fece a
poco a poco intendere nel quadretto Benson e nelle incisioni del secondo e del terzo periodo,
ma non mai così libero e senza importune parentesi eh imitazione, come nei disegni che per
lungo tempo passarono per opere prettamente veneziane.