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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 4
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Galassi, Giuseppe: Dall' antico Egitto ai Bassi Tempi, [2]: A proposito di un movimento artistico del secolo VI
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0359

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DALL'ANTICO EGITTO AI BASSI TEMPI

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realmente in sè e per sè stessa, nella sua indole nativa di colore; sicché siamo obbligati ad
arrestarci su di essa e sulle relazioni stabilite tra le varie sue parti.

Erano ad ogni modo ancora tentativi sporadici. Ed i nuovi effetti di bianchi e di neri,
non ancora ordinati in una composizione superiore, non potevano dare impulso ad una
vera e propria corrente artistica.

Più frequenti e meglio determinati ricorsero quei tentativi nel Medio Impero. Ri-
corderò un busto (Ny-Carlsberg Glyptothèk), dove già tutta la superficie visibile mostra
la vicenda di chiari e di scuri (fig. 8). Lampi di chiaro listati di scuro segnano le palpebre
intorno all’occhio tenebrato; sotto, due ali d’ombra-luce grandiose; poi ancora luci ed ombre
che si succedono in bilanciamenti laterali, finché una triplice lista di bianco e nero, se-

Fig. ii — Ritratto. Parigi, Louvre.

gnati dalle due labbra emergenti, rompe quell’equilibrio e ne crea uno nuovo con la lon-
tana rispondenza dal mento alla fronte.

Con l’opera della gliptoteca Ny-Carlsberg l’intuizione figurativa si é arricchita e
determinata in novità artistica omogenea. Non è più la sola armonia spaziale che s’imme-
desima col marmo e non ne oltrepassa il rigore dei confini, non è più il solò valore di forma
indicata dal chiaroscuro che stringe da presso la materia, la definisce con ferrea incisione,
coincide con essa, è quel marmo, è quella forma; ma un’altra armonia si sovrappone a
quella spaziale, un’armonia di bianchi e di neri in rapporto di opposizione. 11 marmo,
immergendosi nel chiarore solare, lo frange in piani di luce e piani d’ombra. E necessaria
per questo, una speciale accentuazione ed una speciale levigatezza nella materia; ma piani
di luce e piani d’ombra sono al di qua. della materia stessa, — creati nella libera atmo-
sfera; — coprono la realtà di quel marmo e ne modificano l’aspetto. Di qui la nuova fun-
zione coloristica; ma anche un rinnovamento di quella formale. Poiché alla nostra vista
l’apparenza —- limite di spazio — non è più quel marmo, ma sono gli stessi piani di ombra
e luce. Con ciò viene a mancare, è vero, quell’inasprimento della interruzione di spazio,
che derivava dalla speciale compattezza sostanziale dei marmi; ma in compenso, i piani
d’ombra e luce, nati dalla scomposizione dello splendore solare, sono precisi e taglienti
come mai quelli creati nella stessa superficie marmorea.
 
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