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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 4
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Galassi, Giuseppe: Dall' antico Egitto ai Bassi Tempi, [2]: A proposito di un movimento artistico del secolo VI
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0368

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334

GIUSEPPE GASASSI

E d’altra parte, alcuni elementi naturalistici — come i corru-
gamenti della fronte — sono troppo immediati per coordinarsi
col resto.

La scelta dei marmi durissimi era già, come abbiamo veduto,
un atto creativo nei ritratti egiziani. Adoprare dopo quei
marmi era, dunque, di per sè un atto d’imitazione, quando
l’uso non fosse imposto da una rielaborazione diretta della na-
tura. Il peggio fu che si vollero spesso adattare quei marmi ad
espressioni figurative diverse, con risultati naturalmente con-
tradittorì.1

Dall’età di Augusto alla fine del periodo antoniniano pre-
valsero nella così detta arte romana accademia e realismo.
La combinazione degli stili greci aveva approntato dei metodi
sbrigativi per ottenere una realtà figurata, comunque fosse.
Quasi sempre nelle sculture di quel periodo non si ritrova se
non la fredda riduzione di elementi greci, già plastico-lineari,
oppure pittorici : talora è più vivace il ricordo di un particolare
stile, come nella Plotina del Campidoglio, la quale deriva da
Prassitele la cedevolezza sostanziale della forma ; ma più frequentemente si asservirono
quei metodi di derivazione diversa alla volontà di approssimazione realistica. Benché,
osservando questo o quel particolare elemento, si possa riconoscere di origine plastica o
lineare o pittorica, l’aspetto generale non trova nessun carattere figurativo speciale, ma
conserva l’immediatezza e la casualità dispositiva degli oggetti naturali. Non mancano
tuttavia anche di questo periodo riflessi egiziani, specialmente in ritratti di granito e
di basalto.

Nel giardino della « Forma Urbis » nel Palazzo dei Conservatori in Campidoglio
una testa assai guasta dagli stillicidi, mostra ancora decisione di piani
ed accentuazioni angolari (fig. 20). E viene anzi il dubbio, — non risol-
vibile perla grande rovina del marmo — se, più che produzione riflessa,
non fosse una vera e propria creazione.

Ma nel secolo ni 1 richiami, come ho detto si moltiplicano: lavori
nei quali si ripercuote lo stadio del Massimino Trace, nello sviluppo
del volumismo spartiluce. Non si intese quel che di adamantino era
nelle creazioni sfaccettate di quello stile; e così mentre si scheggiava la
materia per trarne farfallette di chiaro e di scuro, la composizione non
riceveva una determinazione stilistica, ma rimaneva figurati vilmente
incerta, passivamente riflettendo la casualità naturalistica dell’aspetto
effigiato.2

Tuttavia con una frantumazione minima delle faccette scuro-
chiare, si raggiunse talora un effetto pittorico non disprezzabile : di
forma arrendevole e di colore punteggiato, come nel Filippo Arabo
del Museo Vaticano (fig. 21).

Nel Traiano Decio Capitolino, e più nel Triboniano Gallo del Me-
tropolitan Museum di New York (fig. 22), le rughe della fronte e al-
cune pieghe del volto sono indicate da solchi profondamente incisi e taglienti. Ma, nel-
l’aspetto generale del volto, nulla più delle rispondenze armoniche del Massimino 1 race,
e, nella disposizione totale, invece delle squadrature — spontaneo risultato dell’intuizione,

1 Molti lavori siffatti si trovano indicati nel Bts- la collezione del Museo Capitolino, a Roma: nella

sino (Denkmaeler cit. ; Text., n. iti). quale si possono osservare le molte oscillazioni

2 Ricca di ritratti del secolo iti è specialmente degl’imitatori, incerti spesso fra stili diversi.

Fig. 25 — Ritratto
d’imperatore
Roma. Palazzo
dei Conserva1 oii
(Fot. Alinari).

Fig. 24 — Ritr. d’imperatore
Firenze, Uffizi
(Fotografia Brogi.
 
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