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GUGLIELMO PACCHIONI
nella generale composizione della scena, nel gruppo delle pie comari che recano la neonata;
altre simili analogie di composizione e di particolari si notano nella piccola miniatura della
Nascita di Maria (fig. 19).
La Regina Coelorum nella rappresentazione d’Ognissanti (fig. 20) del messale mantovano,
una delle figure più direttamente ispirate dal Mantegna, è ripetuta, punto per punto, in un
corale di Siena in quella delle due figurazioni della Pentecoste (fig. 21), ove Maria è rappre-
sentata a mani giunte, eretta tra gli apostoli inginocchiati, con la fronte levata, assorta ed
estatica nella comunione con lo spirito di Dio.
Identico l’atteggiamento della figura, identico il gesto delle mani che si congiungono
nell’estasi del raccoglimento mistico, identica ogni piega della tunica, ogni panneggio del manto
che scende rigido, schematico, simmetrico lungo la persona di una pesantezza e di una im-
mobilità statuarie.
Soltanto, nella miniatura senese, le proporzioni si amplificano, si sperde il predominio
W- 1
©
Fig. 24 — Gerol. da Cremona : Pagina di Corale
Siena, Libreria del Duomo.
delle lunghezze sulle larghezze, la raffinata snellezza del Mantegna si contiene e tondeggia.
Libero dal diretto dominio del maestro il miniatore allenta un po’ il freno e si abbandona e
si affloscia più facilmente entro il più agevole Ondeggiare del segno: la nobiltà eroica della
figura si attenua e cede il campo ad una nobiltà più intimamente mistica e spirituale. Il
volto di Maria, che nel messale di Mantova ha un carattere impassibile e monacale da madre
superiora, nella miniatura senese acquista, non ostante la florida pienezza delle forme, una luce
di fervorosità tutta nuova.
Per la Regina Coelorum il miniatore aveva preso a prestito il modello di un’Assunta;
attorno alla grave figura di Maria si addensano, sciamano a migliaia le testine d’oro degli an-
geli senza aver certo la forza di poterla sollevare nei cieli, e questa zona aurata e cerulea
che circonda la Vergine, ne disegna ingrandita e grossolana la sagoma sullo sfondo azzurrino,
ne appesantisce il contorno come se l’ombra opaca della figura si proiettasse contro il chia-
rore del cielo; perduto il significato che essa aveva nel modello, esso viene a costituire una
curiosa singolarità iconografica.
Isolata così in mezzo al coro dei Beati che avanzano a schiere, come per una grandiosa
processione, la Regina dei cieli, piuttosto che centro spirituale della gloria e dell’adorazione
GUGLIELMO PACCHIONI
nella generale composizione della scena, nel gruppo delle pie comari che recano la neonata;
altre simili analogie di composizione e di particolari si notano nella piccola miniatura della
Nascita di Maria (fig. 19).
La Regina Coelorum nella rappresentazione d’Ognissanti (fig. 20) del messale mantovano,
una delle figure più direttamente ispirate dal Mantegna, è ripetuta, punto per punto, in un
corale di Siena in quella delle due figurazioni della Pentecoste (fig. 21), ove Maria è rappre-
sentata a mani giunte, eretta tra gli apostoli inginocchiati, con la fronte levata, assorta ed
estatica nella comunione con lo spirito di Dio.
Identico l’atteggiamento della figura, identico il gesto delle mani che si congiungono
nell’estasi del raccoglimento mistico, identica ogni piega della tunica, ogni panneggio del manto
che scende rigido, schematico, simmetrico lungo la persona di una pesantezza e di una im-
mobilità statuarie.
Soltanto, nella miniatura senese, le proporzioni si amplificano, si sperde il predominio
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Fig. 24 — Gerol. da Cremona : Pagina di Corale
Siena, Libreria del Duomo.
delle lunghezze sulle larghezze, la raffinata snellezza del Mantegna si contiene e tondeggia.
Libero dal diretto dominio del maestro il miniatore allenta un po’ il freno e si abbandona e
si affloscia più facilmente entro il più agevole Ondeggiare del segno: la nobiltà eroica della
figura si attenua e cede il campo ad una nobiltà più intimamente mistica e spirituale. Il
volto di Maria, che nel messale di Mantova ha un carattere impassibile e monacale da madre
superiora, nella miniatura senese acquista, non ostante la florida pienezza delle forme, una luce
di fervorosità tutta nuova.
Per la Regina Coelorum il miniatore aveva preso a prestito il modello di un’Assunta;
attorno alla grave figura di Maria si addensano, sciamano a migliaia le testine d’oro degli an-
geli senza aver certo la forza di poterla sollevare nei cieli, e questa zona aurata e cerulea
che circonda la Vergine, ne disegna ingrandita e grossolana la sagoma sullo sfondo azzurrino,
ne appesantisce il contorno come se l’ombra opaca della figura si proiettasse contro il chia-
rore del cielo; perduto il significato che essa aveva nel modello, esso viene a costituire una
curiosa singolarità iconografica.
Isolata così in mezzo al coro dei Beati che avanzano a schiere, come per una grandiosa
processione, la Regina dei cieli, piuttosto che centro spirituale della gloria e dell’adorazione