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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 4
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Pacchioni, Guglielmo: Belbello da Pavia e Gerolamo da Cremona, miniatori, [2]: Un qpresioso Messale gonzaghesco del secolo XV
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0394

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GUGLIELMO PACCHIONI

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paesaggio. Basta paragonare, ad esempio, i paesaggi di una qualsiasi delle miniature manto-
vane (cfr. Le Stimmate, fig. 30) con quelli che formano lo sfondo nella Natività (cfr. fig. 16
citata), nella Predica del Battista (fig. 31), nell’Apparizione di Gesù dei corali senesi.

Lontano dal Mantegna le idealità che gli aveva trasfuso il Maestro si vanno spegnendo;
cessata la fervorosa disciplina della scuola, il miniatore si fa più frettoloso, abbandona la sua
paziente calligrafia, non cesella più minutamente ogni centimetro del suo lavoro, rallenta lo
scrupolo.

La originalità dell’artista trova tuttavia una sua più piena e più intima espressione, sfor-
zandosi quasi di uscire dai limiti angusti imposti dalla tradizione alla sua forma d'arte, essen-
zialmente decorativa, per tendere verso il carattere più espressivo della pittura monumentale.

Abbiamo già notato di quanta purezza egli abbia saputo vestire il fervore della Vergine
nella scena della Nati dita (cfr. fig. 16 citata), e quanta serenità idilliaca abbia saputo adu-

Fig. 30-— G. da Cremona: Pagina di Messale. Mantova.

nare nel semplice e ingenuo motivo delle figure inginocchiate fianco a fianco con le fronti
avvicinate e raccolte che si chinano entrambe sull’ Innocente con una medesima attitudine di
preghiera infinitamente amorosa.

Così nelle Tre Martiri, le nobilissime donzelle sanno veramente elevare oltre ogni do-
lore terreno la indomita energia dello spirito con quella stessa intensità di fede che il minia-
tore aveva raggiunto una sola volta nel messale mantovano raffigurando l’apostolo Pietro in
contemplazione del Maestro vittorioso dei regni della morte.

NCGAdorazione dei Magi (Anderson, n. 21930), un vero fervore mistico china con umiltà
il capo canuto del vecchio Re e protende con ansietà quello degli altri due verso il Neonato
benedicente; e lo stesso fervore nobilita il sacerdote in atto di consumare il sacrificio della
messa (fot. Anderson, n. 21940), e scuote la figura del Profeta in colloquio con Dio (fig. 32),
e intensifica la preghiera di Davide nel Deserto (fot. Lombrdi, n. 194). E Maria Assunta
(fig- 33), non è più il rigido simulacro della pergamena d’Ognissanti nel messale mantovano, ma
la sua purezza ha imparato a vestirsi di grazia, la sua fronte ha appreso l’umiltà del raccogli-
mento, il suo corpo ha conquistato un poco della leggerezza eterea a cui sta per essere destinato.
 
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