BELBELLO DA PAVIA E GEROLAMO DA CREMONA MINIATORI
365
Se le parole del Vasari, come parrebbe doversi intendere dal fatto che esse son poste
alla fine della vita di Boccaccio Boccaccino cremonese, alludono al miniatore nostro, le opere
di costui, la maggior parte forse appartenenti alla sua virilità, dovevano essere frequenti
nella Lombardia e tra esse lo storico aretino vide forse nella Cattedrale mantovana il ma-
gnifico cimelio di cui è oggetto questo nostro studio.
Tanto più è strana la dimenticanza di tutti i ricercatori di piccole glorie locali e il si-
lenzio finora mantenuto dagli Archivi di Lombardia sull’artista nobilissimo che pure ebbe fin
dal suo esordio probabili aderenze con le famiglie principesce del tempo.
^ ^ ^
Questi dati rinnovano in parte ma non risolvono ancora due problemi importanti : la
prima educazione di Gerolamo da Cremona e le relazioni artistiche corse tra lui ed il coe-
Fig. 34 — Gerolamo da Cremona : Pagina di Messale
Mantova, Palazzo Ducale.
taneo e collaboratore suo, Liberale. La educazione artistica di Gerolamo è, senza dubbio, frutto
di elementi abbastanza complessi.
La sua dipendenza dal Mantegna, giustissimamente intuita dal Berenson, viene ora meglio
chiarita e determinata: le miniature di Mantova ci permettono di sorprenderla e di studiarla
in una sua fase anteriore (e perciò appunto più significativa) all’opera esplicata poi a Siena
e a Monteoliveto.
Alla scuola pittorica veronese si richiamano invece certi caratteri fondamentali che formano
come il substrato su cui si sovrapposero e si svolsero le forme apprese dal Mantegna: una rac-
colta semplicità, una serenità idilliaca; una modesta famigliarità delle figure e delle scene; tutto
quello di anticlassico e di antipagano che potè contribuire a salvareGerolamo da Cremona da una
troppo assoluta dipendenza da Andrea Mantegna e valse poi a permettergli di sviluppare con
una certa libertà ed indipendenza le doti artistiche delle quali egli era riccamente dotato.
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Se le parole del Vasari, come parrebbe doversi intendere dal fatto che esse son poste
alla fine della vita di Boccaccio Boccaccino cremonese, alludono al miniatore nostro, le opere
di costui, la maggior parte forse appartenenti alla sua virilità, dovevano essere frequenti
nella Lombardia e tra esse lo storico aretino vide forse nella Cattedrale mantovana il ma-
gnifico cimelio di cui è oggetto questo nostro studio.
Tanto più è strana la dimenticanza di tutti i ricercatori di piccole glorie locali e il si-
lenzio finora mantenuto dagli Archivi di Lombardia sull’artista nobilissimo che pure ebbe fin
dal suo esordio probabili aderenze con le famiglie principesce del tempo.
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Questi dati rinnovano in parte ma non risolvono ancora due problemi importanti : la
prima educazione di Gerolamo da Cremona e le relazioni artistiche corse tra lui ed il coe-
Fig. 34 — Gerolamo da Cremona : Pagina di Messale
Mantova, Palazzo Ducale.
taneo e collaboratore suo, Liberale. La educazione artistica di Gerolamo è, senza dubbio, frutto
di elementi abbastanza complessi.
La sua dipendenza dal Mantegna, giustissimamente intuita dal Berenson, viene ora meglio
chiarita e determinata: le miniature di Mantova ci permettono di sorprenderla e di studiarla
in una sua fase anteriore (e perciò appunto più significativa) all’opera esplicata poi a Siena
e a Monteoliveto.
Alla scuola pittorica veronese si richiamano invece certi caratteri fondamentali che formano
come il substrato su cui si sovrapposero e si svolsero le forme apprese dal Mantegna: una rac-
colta semplicità, una serenità idilliaca; una modesta famigliarità delle figure e delle scene; tutto
quello di anticlassico e di antipagano che potè contribuire a salvareGerolamo da Cremona da una
troppo assoluta dipendenza da Andrea Mantegna e valse poi a permettergli di sviluppare con
una certa libertà ed indipendenza le doti artistiche delle quali egli era riccamente dotato.