LA CATTEDRALE D'AREZZO
383
era tuttora in piedi nel 1479 come ci ha mostrato
il dipinto di Bartolomeo della Gatta. Intanto
nel 1474, '75 e '76 si lavorava alle porte della fac-
ciata e al rivestimento sul fianco meridionale, alla
bifora ultima che si abbellisce di un capitellino
composito di schietto tipo quattrocentesco, a com-
piere con 22 « archetti di concio » il coronamento
di quel lato. Alla costruzione della facciata si at-
tese nel 1479, ma non più sotto la direzione di
Baccellino che era forse morto; 1 nel 1485 si pensò
al rivestimento interno di essa e a comporvi un
occhio, segno ch’era già innanzi; nel 1484 si com-
mise a Piero di Baccellino e a Savino di Benozzo
da Set tigna no1 2 3 le pietre per condurla, con tutta
probabilità, a compimento. Ed era certo finita
nel 1495 quando si allogarono a M. Nofri di Leo-
nardo e ad Agostino Granelli le sei volte minori
terminate l’anno di poi.5 Mancavano soltanto le
tre volte grandi allogate nel 1500 a M. Nofri, che
ne finì due nel 1503 mentre la terza non fu com-
piuta che otto anni dopo da Francesco di Cino
dell’Antella e da Guglielmo d’Antonio. 4
Dall’esame del monumento e dalle notizie che
di esso ci restano, possiamo dunque porre conclu-
sioni sicure per la storia della sua costruzione : ini-
ziato alla fine del 1277 o ai primi del 1278, nel 1288
o nel 1289 esistevano la tribuna col suo rivestimento
esterno e due campate. Verso il secondo ventennio
del trecento si continuò il rivestimento del lato me-
ridionale e si aggiunse un terzo valico, finito insieme
ad una facciata posticcia, > intorno al 1340. Già si
era lavorato al perimetro dei muri, ripreso dopo un
lungo intervallo nell’ ultimo quarto del secolo,
quando si eseguì la porta di lato, e si continuò ai
primissimi del Quattrocento nella facciata. Quindi, di nuovo una lunga sosta fino al 1471
in cui — concordi — monumento e documenti attestano che finalmente, si riprendeva
un voto di secoli per compirlo, dopo quaranta anni di lavoro !
Fig. 8 — Particolare della vecchia facciata
del Duomo di Arezzo oggi distrutta
(Da una vecchia fotografia).
jJj i|i
Tutti gli storici dell'architettura hanno esaminato con brevità e superficialmente il
Duomo di Arezzo. Amico Ricci6 si limitò a riferire e ad accettare le conclusioni del Va-
1 Pasqui, doc. da 15 a 22 e 26.
2 Id., doc. 29 e 31.
3 Io., cloc. 32 e 33.
1 Td., doc. da 34 a 37.
5 Nessuno degli illustratori locali, ha tentato di
farsi un’ idea esatta della sistemazione del duomo
fino al 1471. Anche i Pasqui, i più diligenti ed i
più benemeriti per la messe di notizie che hanno
pubblicate, riportano un documento (n. 9) del 1430,
per il quale si permette a un devoto di far dipin-
gere una Nunziata fra -la porta de la chiesa. «... a
lato de la pilla dell’acqua santa », pag. 147. Essi
credono che si alluda alla porta laterale mentre
evidentemente si tratta di quella della facciata a
mattoni, non essendo possibile che si ornasse di
pitture un muro all’aperto. Anzi se nel 1430 si di-
pingeva sulla parete che secondo il progetto defi-
nitivo doveva sparire, si ha certezza che in quel
tempo gli aretini disperavano ormai di condurre
a termine la fabbrica ideata e iniziata dai loro
antenati.
6 Storia dell’arcliiteU. in Italia, voi. II, pagg. 86-89.
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era tuttora in piedi nel 1479 come ci ha mostrato
il dipinto di Bartolomeo della Gatta. Intanto
nel 1474, '75 e '76 si lavorava alle porte della fac-
ciata e al rivestimento sul fianco meridionale, alla
bifora ultima che si abbellisce di un capitellino
composito di schietto tipo quattrocentesco, a com-
piere con 22 « archetti di concio » il coronamento
di quel lato. Alla costruzione della facciata si at-
tese nel 1479, ma non più sotto la direzione di
Baccellino che era forse morto; 1 nel 1485 si pensò
al rivestimento interno di essa e a comporvi un
occhio, segno ch’era già innanzi; nel 1484 si com-
mise a Piero di Baccellino e a Savino di Benozzo
da Set tigna no1 2 3 le pietre per condurla, con tutta
probabilità, a compimento. Ed era certo finita
nel 1495 quando si allogarono a M. Nofri di Leo-
nardo e ad Agostino Granelli le sei volte minori
terminate l’anno di poi.5 Mancavano soltanto le
tre volte grandi allogate nel 1500 a M. Nofri, che
ne finì due nel 1503 mentre la terza non fu com-
piuta che otto anni dopo da Francesco di Cino
dell’Antella e da Guglielmo d’Antonio. 4
Dall’esame del monumento e dalle notizie che
di esso ci restano, possiamo dunque porre conclu-
sioni sicure per la storia della sua costruzione : ini-
ziato alla fine del 1277 o ai primi del 1278, nel 1288
o nel 1289 esistevano la tribuna col suo rivestimento
esterno e due campate. Verso il secondo ventennio
del trecento si continuò il rivestimento del lato me-
ridionale e si aggiunse un terzo valico, finito insieme
ad una facciata posticcia, > intorno al 1340. Già si
era lavorato al perimetro dei muri, ripreso dopo un
lungo intervallo nell’ ultimo quarto del secolo,
quando si eseguì la porta di lato, e si continuò ai
primissimi del Quattrocento nella facciata. Quindi, di nuovo una lunga sosta fino al 1471
in cui — concordi — monumento e documenti attestano che finalmente, si riprendeva
un voto di secoli per compirlo, dopo quaranta anni di lavoro !
Fig. 8 — Particolare della vecchia facciata
del Duomo di Arezzo oggi distrutta
(Da una vecchia fotografia).
jJj i|i
Tutti gli storici dell'architettura hanno esaminato con brevità e superficialmente il
Duomo di Arezzo. Amico Ricci6 si limitò a riferire e ad accettare le conclusioni del Va-
1 Pasqui, doc. da 15 a 22 e 26.
2 Id., doc. 29 e 31.
3 Io., cloc. 32 e 33.
1 Td., doc. da 34 a 37.
5 Nessuno degli illustratori locali, ha tentato di
farsi un’ idea esatta della sistemazione del duomo
fino al 1471. Anche i Pasqui, i più diligenti ed i
più benemeriti per la messe di notizie che hanno
pubblicate, riportano un documento (n. 9) del 1430,
per il quale si permette a un devoto di far dipin-
gere una Nunziata fra -la porta de la chiesa. «... a
lato de la pilla dell’acqua santa », pag. 147. Essi
credono che si alluda alla porta laterale mentre
evidentemente si tratta di quella della facciata a
mattoni, non essendo possibile che si ornasse di
pitture un muro all’aperto. Anzi se nel 1430 si di-
pingeva sulla parete che secondo il progetto defi-
nitivo doveva sparire, si ha certezza che in quel
tempo gli aretini disperavano ormai di condurre
a termine la fabbrica ideata e iniziata dai loro
antenati.
6 Storia dell’arcliiteU. in Italia, voi. II, pagg. 86-89.