MONUMENTI ABRUZZESI E L'ARTE TEUTONICA A CARA MANICO
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al Solario, detto lo Zingaro; una statuetta d’argento di San Martino, infissa su un piede di
calice, nella quale è impresso il marchio SUL degli argentieri sulmonesi, appartiene alla fine
del sec. XV; una tempera su legno, che rappresenta la Visita dei Magi— una vera miniatura —
può assegnarsi ad un artista ritardatario di scuola umbra della prima metà del sec. XVI.
Oltre a tutto questo, la stessa chiesa possiede stoffe ricamate, calici e reliquiari secen-
teschi e due candelabri di ferro battuto del '700.
Nel vasto palazzo abbaziale, il portale d’ingresso, che fu lavorato da un tagliapietre del
sec. XIII, è ammirevole per gl’intagli in alto rilievo che ne decorano gli stipiti e l’architrave.
Manca tutta intera la lunetta col relativo archivolto, soppressa allo scopo di adattarlo nel fondo
Frammenti di edicola. Fara San Martino
Chiesa di San Martino in Valle — (Fot. Piccirilli).
di un piccolo vestibolo, nelle pareti del quale vennero murati due riquadri di transenna dello
stesso secolo. Sì l’uno che gli altri sono avanzi di un tempio distrutto.
IV.
Da Fara San Martino non è difficile portarsi a Guardiagrele, la patria del noto argen-
tiere Nicola.
Guardiagrele è una città dove possono ammirarsi monumenti e oggetti d’arte medievale
importantissimi.
Dirò a preferenza della grandiosa chiesa di Santa Maria Maggiore, costruita sopra un
tempio pagano, i cui avanzi sono ancora sul luogo.
Il nostro monumento dà segni manifesti di tre momenti costruttivi ; il primo, quello
che più apparisce, si può, senza esitanza, collocare all’ inizio dello sviluppo dell’architettura
lombarda in Abruzzo (sec.xm) ed il secondo ad un rinnovamento della fine del XIV secolo,
con sovrapposizione di arte gotica tedesca; alla genialità degli artefici locali appartiene l’ul-
timo periodo.
L’icnografia attuale è un rettangolo diviso in tre navate.
Nel 1706 1 l’antica chiesa del sacro monte dei morti, di là dall’abside, fu congiunta alla
chiesa di Santa Maria, la quale, modificata nell’estensione longitudinale, fu anche barbaramente
1 F. Ferrari, Santa Maria Maggiore di Guardiagrele, Guardiagrele, A. G. Palmerio, 1905.
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al Solario, detto lo Zingaro; una statuetta d’argento di San Martino, infissa su un piede di
calice, nella quale è impresso il marchio SUL degli argentieri sulmonesi, appartiene alla fine
del sec. XV; una tempera su legno, che rappresenta la Visita dei Magi— una vera miniatura —
può assegnarsi ad un artista ritardatario di scuola umbra della prima metà del sec. XVI.
Oltre a tutto questo, la stessa chiesa possiede stoffe ricamate, calici e reliquiari secen-
teschi e due candelabri di ferro battuto del '700.
Nel vasto palazzo abbaziale, il portale d’ingresso, che fu lavorato da un tagliapietre del
sec. XIII, è ammirevole per gl’intagli in alto rilievo che ne decorano gli stipiti e l’architrave.
Manca tutta intera la lunetta col relativo archivolto, soppressa allo scopo di adattarlo nel fondo
Frammenti di edicola. Fara San Martino
Chiesa di San Martino in Valle — (Fot. Piccirilli).
di un piccolo vestibolo, nelle pareti del quale vennero murati due riquadri di transenna dello
stesso secolo. Sì l’uno che gli altri sono avanzi di un tempio distrutto.
IV.
Da Fara San Martino non è difficile portarsi a Guardiagrele, la patria del noto argen-
tiere Nicola.
Guardiagrele è una città dove possono ammirarsi monumenti e oggetti d’arte medievale
importantissimi.
Dirò a preferenza della grandiosa chiesa di Santa Maria Maggiore, costruita sopra un
tempio pagano, i cui avanzi sono ancora sul luogo.
Il nostro monumento dà segni manifesti di tre momenti costruttivi ; il primo, quello
che più apparisce, si può, senza esitanza, collocare all’ inizio dello sviluppo dell’architettura
lombarda in Abruzzo (sec.xm) ed il secondo ad un rinnovamento della fine del XIV secolo,
con sovrapposizione di arte gotica tedesca; alla genialità degli artefici locali appartiene l’ul-
timo periodo.
L’icnografia attuale è un rettangolo diviso in tre navate.
Nel 1706 1 l’antica chiesa del sacro monte dei morti, di là dall’abside, fu congiunta alla
chiesa di Santa Maria, la quale, modificata nell’estensione longitudinale, fu anche barbaramente
1 F. Ferrari, Santa Maria Maggiore di Guardiagrele, Guardiagrele, A. G. Palmerio, 1905.