NOTE SUL CORREGGIO
4i3
dietro un parapetto marmoreo. La disposizione delle figure risente dello schema mante-
gnesco, è un po’rigida; ma le carni dei bambini hanno il color giallo bruno del putto
nell’affresco votivo di Modena; la testa di Giuseppe serba il cranio elevato del Costa;
in Santa Elisabetta rivive l’aspetto dell’Evangelista Luca dei pennacchi di Sant’Andrea.
Lo spirito del Correggio traspare dall’ombra che il manto cala sul volto chino della Ver-
gine; dalle grosse pieghe curve cadenti per il peso; dalla ideale elissi che gira intorno
Fig. 2 —Antonio Allegri, detto il Correggio: La Deposizione nel sepolcro
Tondo nell’atrio di Sant’Andrea a Mantova.
ai corpi dei putti, salendo, su per il braccio incurvato di Giovannino, alla gamba ram-
pante di Gesù; dal rotuìo che, sciogliendosi, descrive nelle sue volute una spirale. Le
lievi tracce di colore rimaste serbano i gemme riflessi emiliani-ferraresi ; le forme di Gesù,
insolitamente atticciate per l’influsso del Mantegna, son piene e carnose, i lineamenti
larghi come nel putto di Modena. E il corpo del Bambino si arrampica sulle ginocchia
materne, come nel quadretto degli Uffìzi a Firenze e nell’affresco modenese; il suo pitele
mostra la pianta rotonda arrossata nell’ombra.
Molto più fine e meglio conservato è il tondo della Deposizione, dove la linea coni-
4i3
dietro un parapetto marmoreo. La disposizione delle figure risente dello schema mante-
gnesco, è un po’rigida; ma le carni dei bambini hanno il color giallo bruno del putto
nell’affresco votivo di Modena; la testa di Giuseppe serba il cranio elevato del Costa;
in Santa Elisabetta rivive l’aspetto dell’Evangelista Luca dei pennacchi di Sant’Andrea.
Lo spirito del Correggio traspare dall’ombra che il manto cala sul volto chino della Ver-
gine; dalle grosse pieghe curve cadenti per il peso; dalla ideale elissi che gira intorno
Fig. 2 —Antonio Allegri, detto il Correggio: La Deposizione nel sepolcro
Tondo nell’atrio di Sant’Andrea a Mantova.
ai corpi dei putti, salendo, su per il braccio incurvato di Giovannino, alla gamba ram-
pante di Gesù; dal rotuìo che, sciogliendosi, descrive nelle sue volute una spirale. Le
lievi tracce di colore rimaste serbano i gemme riflessi emiliani-ferraresi ; le forme di Gesù,
insolitamente atticciate per l’influsso del Mantegna, son piene e carnose, i lineamenti
larghi come nel putto di Modena. E il corpo del Bambino si arrampica sulle ginocchia
materne, come nel quadretto degli Uffìzi a Firenze e nell’affresco modenese; il suo pitele
mostra la pianta rotonda arrossata nell’ombra.
Molto più fine e meglio conservato è il tondo della Deposizione, dove la linea coni-