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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 4
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Rossi, Angelina: Le Sibille nelle arti figurative italiane, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0465

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LE SIBILLE NELLE ARTI FIGURATIVE ITALIANE

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con una frase generale, che può ripetersi per tutte le altre Sibille, la Sibilla più popolare nel
medio evo, quella che non mancava mai nelle cronache figurate. Risolutezza e forza spira
tutta l’alta e slanciata figura. Mentre l’artista in altre figure par che voglia raggiungere la
monumentalità, rappresentandole in grandezza superiore alla naturale, qui in vece raggiunge
l’effetto con mezzi che nulla hanno di esteriore e meccanico, con la forte espressione del volto,
con le sculturali pieghe del vestito, tuttavia semplice e severo, con l’ergersi maestoso della
testa sul collo sottile. E ad accrescerne la maestà, l’artista posa sulla fronte della Vergine fati -

Fig. 14 — Domenico Ghirlandaio : Chiesa di Santa Trinità
(Cappella Sassetti). Firenze.

dica non un serto di fiori, come fa il De Barberiis alla Libica, ma un diadema di gemme.
Nella mano sinistra essa regge il libro fatidico chiuso, mentre con la destra indica il cielo, da
cui le viene la virtù profetica, o l’unità del Dio, che contrappone al politeismo dei suoi con
cittadini. Andrea del Castagno s’ispirò certamente alla scultura, che in Firenze era assurta
con Donatello alle maggiori altezze. La giusta osservazione del Venturi è pienamente confer-
mata dall’esame di questa Sibilla, la quale offre notevoli somiglianze con la Sibilla che Gio-
vanni Pisano diede compagna ad Aristotile nella facciata del duomo di Siena. Nessun modello
poteva meglio convenire alla natura rude e violenta di Andrea, che in questa virago trasfuse
 
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