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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 4
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Rossi, Angelina: Le Sibille nelle arti figurative italiane, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0469

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LE SIBILLE NELLE ARTI FIGURATIVE ITALIANE

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pittore, per amore di varietà, ha voluto che essa si mettesse, sdraiata sul fianco sinistro, col
petto quasi contrastante allo sgabello, è anche qui artificiosa e innaturale. Più caratteristiche
sono certamente la Cimmeria (fig. 17), che sospirosa guarda il cielo, e la Delfica. Esse espri-
mono la meraviglia sollevando alquanto la persona, pur rimanendo ancora a giacere! Ma anche
in esse non è il pathos, che gli oracoli loro farebbero aspettare.

Non più sdraiate, ma assise sul trono come regine o nobili dame, il Pinturicchio dipinse
le Sibille in Santa Maria Maggiore di Spello. L'arte del Rinascimento aveva levato agli onori
del trono le arti liberali : così le avevano ritratte Cosmè Tura, Giusto di Gand e Pinturicchio
stesso nell’appartamento Borgia. A Spello (fig. 18) egli ripetette i troni eseguiti a Roma da
lui e dai molti suoi aiuti, li ornò con la medesima magnificenza, e vi fece assidere le vergini
indovine, tutte simili nelle fattezze e nell’abbigliamento a quelle sdraiate di Santa Maria del
Popolo. Quasi le sentisse egli stesso del tutto mancanti di spirito profetico, così a Roma come
a Spello, abbondò nel dare alle figure i libri sacri come attributi esplicativi della loro perso-

Fig. 18 — Pinturicchio:

Chiesa di Santa Maria Maggiore. Spello.

nalità. Libri chiusi e aperti sono qui dappertutto, nelle mani delle Sibille, sugli scalini del
trono. Il Pinturicchio era troppo gaio e allegro, si curava troppo dello splendore e della ma-
gnificenza delle forme, perchè potesse concepire ed esprimere la profondità di un pensiero,
il turbinio di una forte idea. Egli non ha l’anima di Luca, nè di Michelangelo; l’idea messia-
nica è estranea alla sua mente e al suo cuore; le Sibille sono soltanto materia alla sua fan-
tasia e al suo pennello.

* * *

Sotto il nome di Raffaellino del Garbo vanno le quattro Sibille della cappella Caraffa in
Santa Maria sopra Minerva: la Delfica, l’Lllespontica, la Tiburtina e la Cumana, quattro floride
donne piene di vita e di forza fisica, prive però affatto di qualsiasi nota individuale. Non
accoramento affannoso, nè entusiasmo fatidico in nessuna di esse, ma in tutte la posa, spesso
addirittura melodrammatica. Assise negli spazi triangolari della volta, non si distinguono molto
l’una dall’altra per il loro atteggiamento, nè per la loro azione. Tutt’e quattro agitano e osten-
tano, con la mano destra nell’alto, a mo’ di trofeo, i rotuli delle loro profezie, che si svolgono
 
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