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ANGELINA ROSA/
mente vestite, la Delfica, la Frigia, l’Ellespontica, la Samia e la Tiburtina, sono tutte giovani,
dai volti gentili, pensierose, tristi. Non è giovane la Eritrea, ma, severamente bella, mostra
nell’abbigliamento orientale, specialmente nelle bende che le coprono il capo, la sua dignitosa
e fiera personalità, il suo primato sulle altre compagne (fig. 22). Come nel Ghiberti prima, e
poi in Michelangelo, dovevano servire come di cornice alle scene del Vecchio Testamento,
rappresentate nel centro, nella navata di mezzo. In complesso, tutta questa storia figurata, che
si svolge in modo tanto audacemente originale, è un monumento veramente degno dell’arti-
stica e gentile città toscana.
^ ^
Nè mancano le Sibille nelle cronache figurate, dove hanno il posto loro assegnato nella
cronologia adottata dall’artista. Il loro numero varia secondo l’artista o il compilatore della
cronaca: tre nella cronaca figurata di Hartmann Schedels, una nella cronaca di Giusto Pittore,
sette nella cronaca fiorentina attribuita a Maso Finiguerra.
Nella cronaca di Hartmann, alla distruzione di Gerusalemme e alla linea pontìficum fa
ET, TRIVM DIRRVM SO:
mMNO SVSCEPTO. TVNCi,'
AMORI VIS REGRESSVS
/I1NLVCEM VENIE! PR1M1
jVM resvrrectionis •
(INITIVMOSTENDENS
S1BYLLA CVMAEA;
QVAÌVf PISO 1NAN&
bUBVS NOMINAT
Fig. 21 •— Pavimento del Duomo. Siena.
seguito, come collegata con queste rappresentazioni, la Sibilla Ellespontica. Forse l’Ellespon-
tica, per lui identica alla Marpessica, riferiva il vaticinio della gloria futura di Roma, conside-
rando questa anche come capitale del mondo cristiano. E noto come anche per Dante Enea
abbia avuto la rivelazione delle cose che furon cagione di sua vittoria e del papale ammanto.
Nella linea consulnm Romanorum, accanto a Bruto, Tarquinio e Collatino, è la Sibilla Cumana.
La terza Sibilla è la Tiburtina, che mostra ad Augusto la Vergine col Bambino.
Nella cronaca di Giusto, conservata nel gabinetto delle stampe della Galleria Corsini, è una sola
Sibilla, Erophile, disegnata con una certa finezza, in cui si mostra lo sforzo di raggiungere l’espres-
sione del viso. Reca in mano un cartello, su cui l’artista avrebbe dovuto scrivere l’oracolo.
Più numerose troviamo le Sibille nella cronaca fiorentina attribuita a Maso Finiguerra:
la Persica, la Libica, la Delfica, l’Eritrea, la Cumana e due giovani Sibille anonime. In esse
l’autore mette insieme motivi presi da diversi artisti, elaborandoli e trasformandoli con una
cura e pazienza degna di un calligrafo sottile, più che di un fine orafo come il Finiguerra.
Vi scorgiamo elementi tolti a prestito da diversi artisti, principalmente dal Poliamolo, confusi
in modo da togliere ogni unità e ogni coerenza alla rappresentazione. Come il criterio artistico,
così possiamo dire manchi all’autore il senso storico, Le Sibille sono gentildonne medioevali,
ANGELINA ROSA/
mente vestite, la Delfica, la Frigia, l’Ellespontica, la Samia e la Tiburtina, sono tutte giovani,
dai volti gentili, pensierose, tristi. Non è giovane la Eritrea, ma, severamente bella, mostra
nell’abbigliamento orientale, specialmente nelle bende che le coprono il capo, la sua dignitosa
e fiera personalità, il suo primato sulle altre compagne (fig. 22). Come nel Ghiberti prima, e
poi in Michelangelo, dovevano servire come di cornice alle scene del Vecchio Testamento,
rappresentate nel centro, nella navata di mezzo. In complesso, tutta questa storia figurata, che
si svolge in modo tanto audacemente originale, è un monumento veramente degno dell’arti-
stica e gentile città toscana.
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Nè mancano le Sibille nelle cronache figurate, dove hanno il posto loro assegnato nella
cronologia adottata dall’artista. Il loro numero varia secondo l’artista o il compilatore della
cronaca: tre nella cronaca figurata di Hartmann Schedels, una nella cronaca di Giusto Pittore,
sette nella cronaca fiorentina attribuita a Maso Finiguerra.
Nella cronaca di Hartmann, alla distruzione di Gerusalemme e alla linea pontìficum fa
ET, TRIVM DIRRVM SO:
mMNO SVSCEPTO. TVNCi,'
AMORI VIS REGRESSVS
/I1NLVCEM VENIE! PR1M1
jVM resvrrectionis •
(INITIVMOSTENDENS
S1BYLLA CVMAEA;
QVAÌVf PISO 1NAN&
bUBVS NOMINAT
Fig. 21 •— Pavimento del Duomo. Siena.
seguito, come collegata con queste rappresentazioni, la Sibilla Ellespontica. Forse l’Ellespon-
tica, per lui identica alla Marpessica, riferiva il vaticinio della gloria futura di Roma, conside-
rando questa anche come capitale del mondo cristiano. E noto come anche per Dante Enea
abbia avuto la rivelazione delle cose che furon cagione di sua vittoria e del papale ammanto.
Nella linea consulnm Romanorum, accanto a Bruto, Tarquinio e Collatino, è la Sibilla Cumana.
La terza Sibilla è la Tiburtina, che mostra ad Augusto la Vergine col Bambino.
Nella cronaca di Giusto, conservata nel gabinetto delle stampe della Galleria Corsini, è una sola
Sibilla, Erophile, disegnata con una certa finezza, in cui si mostra lo sforzo di raggiungere l’espres-
sione del viso. Reca in mano un cartello, su cui l’artista avrebbe dovuto scrivere l’oracolo.
Più numerose troviamo le Sibille nella cronaca fiorentina attribuita a Maso Finiguerra:
la Persica, la Libica, la Delfica, l’Eritrea, la Cumana e due giovani Sibille anonime. In esse
l’autore mette insieme motivi presi da diversi artisti, elaborandoli e trasformandoli con una
cura e pazienza degna di un calligrafo sottile, più che di un fine orafo come il Finiguerra.
Vi scorgiamo elementi tolti a prestito da diversi artisti, principalmente dal Poliamolo, confusi
in modo da togliere ogni unità e ogni coerenza alla rappresentazione. Come il criterio artistico,
così possiamo dire manchi all’autore il senso storico, Le Sibille sono gentildonne medioevali,