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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0519

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GLI AS.PER TI NI

105

documenti non ne facciano esplicita menzione, sembra a noi che si possa dimostrarlo seguendo
nell’analisi delle scolture di quelle porte».1 Infatti altre notizie nel Giornale della fabbrica e
nel Libro dei mandati sembrano riferirsi ad altri lavori suoi di scoltura, ma più tardi. Intanto
giova riferir che il Supino assegna ad Amico anche le storie con Giuseppe «venduto dai fra-
telli? Beniamino che riporta la tazza a Faraone, sempre nelle porte, nonché La moglie di Pu-
tifarre che accusa Giuseppe e La costruzione dell'arca rimaste fuor d’opera ed ora nel museo
della chiesa.3 D’altronde egli dovett’essere veramente nelle grazie dei fabbriceri se per più
che tre lustri, a muover appunto dal 1514, la sua attività si svolse quasi esclusivamente per

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itratto del Barraco del 1520, la Disputa di sant’Ago-
[r Annibaie Gozzadini del 1527 4 ) si hanno infatti nel
De per la grande chiesa bolognese la Pietà, nel 1524
nel 1525 riceve arnesi e danari certo per opere di
per la lunetta della porta destra il gruppo del Cristo

: ro3. 4 Doc. IX. Michelangelo Gualandi, 1Memorie
oscuri originali italiane risguardanti ìe Belle Arti, Serie I
(Bologna, 1840), pag. 33.

5 Supino, op. e loc. cit.
 
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