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Baruffaldi, Girolamo
Vite de' pittori e scultori Ferraresi (Band 1) — Ferrara: Taddei, 1844

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https://doi.org/10.11588/diglit.63256#0242

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— 182 —
Nacque egli dunque in Ferrara da Nascimbene
Panetti , uomo di mezzana condizione, circa gli
anni di nostra redenzione 1460, e datosi a colorire
alcune tavole, per puro naturale istinto, così alla
cieca spiegò il suo meschino talento non per altro
lodevole che per una buona volontà d’ imitare le
antiche pitture che aveva sotto degli occhi nel loro
più debole e secco contorno, non pensando forse,
che più in là potesse giungere la nobil arte della
pittura (1). Per fondamento di questa verità vagliami
d’ addurre qualcuna di quelle sue prime fatiche
eh’ egli non isdegnò d’ esporre alla pubblica veduta,
francandole col proprio nome Dominicus Panetti fecit.
Nella chiesa di s. Maria in Vado colorì in quella
sua prima maniera la tavola della Visitazione di
Maria Vergine a s. Elisabetta con s. Giuseppe e
s. Zaccaria, nella berretta del quale non so per qual
capriccio vi scrisse in carattere ebraico e minuto
lutto il cantico — Magnificat anima mea dominion (2).-
(i) Ci duole eòe il nostro autore abbia sì poca stima di questo valente antico
pittore, e ne dolse al Laderchi, il quale, a pag. 33 e seg. della prima parte
della Descrizione della Quadreria Cosiabili, ne difese giustamente la fama.
Era il Panetti per lo più men pastoso del Costa, ma sempre men secco di
Cosmè , del quale, come si è veduto, si ha memoria nel iZjSo, quando Dome-
nico contava già venti anni. E se il Costa in Bologna talvolta scambiossi col
Perugino, può il Panetti in Ferrara ( toltene le meno ovali idee delle teste )
aspirare al medesimo vanto. Se braminsi prove del suo valore, tralasciando le
due finitissime tavole , 1’ una del s. Andrea nella sua chiesa, V altra della Vi-
sitazione in Pinacoteca, ricorderemo una delle quattro grandi tele esposte nel
coro del medesimo tempio di s. Andrea, esprimente in modo maestoso il santo
titolare, la cui testa, scevra di minutezze, è dipinta con maestro pennello, e
li sacri panni condotti con pieghe così spaziose, da non invidiare tempi miglio-
ri. Che se le due vicine tele della Annunziazione mostrano il modo di chi non
aveva ancora veduti i meravigliosi progressi del Garofalo, 1’ altra ben manifesta
che il di lui maestro aveva i talenti d’ un gran pittore, quantunque, restando
egli sempre in patria , non avesse originali onde correggere lo stile che allo-
ra correva.
(a) È questa appunto la bellissima tavola peruginesca che vedesi in Pinacoteca,

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