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mera a grotteschi, ed jnsieme il cammino pel prezzo
di scudi cinque, e fu ciò nell’ anno medesimo 1580
in novembre; ma queste cose ultime nulla più ap-
pariscono, perchè consumate dal tempo, ricoperte
di calce, o di moderne pitture a grottesco (1),
Nuli’ altro al pubblico, che a mia notizia perve-
nuto sia, rimane da mostrarsi del pittore Surchi o
(i) Fra gli affreschi che vedonsi in alto nella chiesa della Morte, secondo la
nuova Guida del eh. sig. conte Avventi ( p. 12.4 ) credesi del Dielai l5 ottavo
riparto, cominciando a contar da sinistra, che rappresenta una incerta storia
intorno al legno della santa Croce, dipinto non ricordato dal nostro autore,
il quale inoltre non osservò o dimenticò la bella tela che esisteva nella chiesa
di s. Maria di Bocche, ricordata, come si è veduto, dallo Scalabrini sotto il
nome del Panicciato, ma più equamente del Dielai nelle Guide del Barotti
e del Frizzi, e che ora si conserva nella Costabiliana. Sembra pure che a
tempi dell’ autore fossero a loro luogo un s. Sebastiano ed un s. Andrea nella
chiesa dello Spirito Santo, una bella pala d* altare in un oratorio della villa
di Francolino ove vedesi tuttora, ed altra in quella di Fossanuova s. Biagio.
La vivacità delle sue tinte lo differenziò dal robusto e maestoso stile del suo
maestro, ed anche da quello del Calzolajo suo condiscepolo, ed ora fuori della
Natività che si è nominata, esistente nella chiesa della Certosa, e della An-
nunziata in quella di s. Girolamo, nessun altro quadro ammovibile di lui è più
di pubblica ragione in patria. La sola galleria Costabili ne radunò il maggior
numero fra quelli che si conoscevano, stante che oltre le due lodate pale d’ al-
tare , ivi si possono vedere li seguenti dipinti — una gran tavola, ove nel
mezzo F Annunciazione, ed all’ intorno gli altri quattordici misterii del SS. Ro-
sario , con in fondo F ultima cena per traverso, e al di sopra il Padre Eter-
no — un piccolo presepio quattro tele a tempra, ove la fuga in Egitto, il
riposo, Tobia, s. Eustachio davanti al Crocifisso comparsogli fra le corna di
un cervo — i ritratti in tela d’ Alfonso II. Duca di Ferrara, e di Barbara
d’Austria di lui consorte —• quattro tele divise in ventiquattro compartimenti
che formavano la soffitta d’un gabinetto della antica casa Costabili presso
s. Francesco ( vìa Tolta Paletto n. 194* che contengono la creazione di Ada-
mo , Dio che anima Adamo, la creazione di Èva, il serpente tentatore della
medesima, il pomo proibito, il conoscimento del fallo commesso, lo scaccia-
mento dal paradiso terrestre, pianto del peccato, li sacrifizii di Caino ed Abele,
primo assassinio, Noè che introduce gli animali nell’ arca, F arca in riposo sui
monti Armeni, il sacrificio, Dio che promette di non mandar più diluvio,
Cam dileggiante il padre, la torre di Babele, vocazione d’ Abramo, Abramo
in casa d’ Abimelecco, sacrificio d’Isacco, benedizione di Giacobbe, scala di
Giacobbe, Giuseppe nella cisterna , lo stesso che fogge dalla moglie di Putifa*
re, la tazza trovata nel sacco di Beniamino.
mera a grotteschi, ed jnsieme il cammino pel prezzo
di scudi cinque, e fu ciò nell’ anno medesimo 1580
in novembre; ma queste cose ultime nulla più ap-
pariscono, perchè consumate dal tempo, ricoperte
di calce, o di moderne pitture a grottesco (1),
Nuli’ altro al pubblico, che a mia notizia perve-
nuto sia, rimane da mostrarsi del pittore Surchi o
(i) Fra gli affreschi che vedonsi in alto nella chiesa della Morte, secondo la
nuova Guida del eh. sig. conte Avventi ( p. 12.4 ) credesi del Dielai l5 ottavo
riparto, cominciando a contar da sinistra, che rappresenta una incerta storia
intorno al legno della santa Croce, dipinto non ricordato dal nostro autore,
il quale inoltre non osservò o dimenticò la bella tela che esisteva nella chiesa
di s. Maria di Bocche, ricordata, come si è veduto, dallo Scalabrini sotto il
nome del Panicciato, ma più equamente del Dielai nelle Guide del Barotti
e del Frizzi, e che ora si conserva nella Costabiliana. Sembra pure che a
tempi dell’ autore fossero a loro luogo un s. Sebastiano ed un s. Andrea nella
chiesa dello Spirito Santo, una bella pala d* altare in un oratorio della villa
di Francolino ove vedesi tuttora, ed altra in quella di Fossanuova s. Biagio.
La vivacità delle sue tinte lo differenziò dal robusto e maestoso stile del suo
maestro, ed anche da quello del Calzolajo suo condiscepolo, ed ora fuori della
Natività che si è nominata, esistente nella chiesa della Certosa, e della An-
nunziata in quella di s. Girolamo, nessun altro quadro ammovibile di lui è più
di pubblica ragione in patria. La sola galleria Costabili ne radunò il maggior
numero fra quelli che si conoscevano, stante che oltre le due lodate pale d’ al-
tare , ivi si possono vedere li seguenti dipinti — una gran tavola, ove nel
mezzo F Annunciazione, ed all’ intorno gli altri quattordici misterii del SS. Ro-
sario , con in fondo F ultima cena per traverso, e al di sopra il Padre Eter-
no — un piccolo presepio quattro tele a tempra, ove la fuga in Egitto, il
riposo, Tobia, s. Eustachio davanti al Crocifisso comparsogli fra le corna di
un cervo — i ritratti in tela d’ Alfonso II. Duca di Ferrara, e di Barbara
d’Austria di lui consorte —• quattro tele divise in ventiquattro compartimenti
che formavano la soffitta d’un gabinetto della antica casa Costabili presso
s. Francesco ( vìa Tolta Paletto n. 194* che contengono la creazione di Ada-
mo , Dio che anima Adamo, la creazione di Èva, il serpente tentatore della
medesima, il pomo proibito, il conoscimento del fallo commesso, lo scaccia-
mento dal paradiso terrestre, pianto del peccato, li sacrifizii di Caino ed Abele,
primo assassinio, Noè che introduce gli animali nell’ arca, F arca in riposo sui
monti Armeni, il sacrificio, Dio che promette di non mandar più diluvio,
Cam dileggiante il padre, la torre di Babele, vocazione d’ Abramo, Abramo
in casa d’ Abimelecco, sacrificio d’Isacco, benedizione di Giacobbe, scala di
Giacobbe, Giuseppe nella cisterna , lo stesso che fogge dalla moglie di Putifa*
re, la tazza trovata nel sacco di Beniamino.