Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 17.1889

DOI article:
Cantarelli, Luigi: L' iscrizione di Ancyra, [1]
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.13631#0021

DWork-Logo
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
IS iscrizione di Ancyra

15

vano segnata una data dolorosa nella storia del suo regno; e i
doni fatti da lui ad alcuni privati, specialmente senatori, e ad
alcune città d'Italia c delle provincie, danneggiate da terre-
moti e da incendi, doni i quali, invece, vengono menzionati nel-
V appendice che fa seguito allo scritto vero e proprio di Augusto
e che compilata, come il Mommsen opina, da chi tradusse in
greco l'iscrizione di Ancyra, ne riassume la seconda parte rela-
tiva alle impensae (').

Esposte così le ragioni che ci dissuadono dall'accettare la
ipotesi mommseniana intorno al carattere del nostro monumento (2),
passiamo ad esaminare quella così brillantemente difesa dal Bor-
mann, dal Nissen e dallo Schmidt. Essa può riassumersi nel
modo seguente: l'index rerum gestarum è simile, nel suo con-

gravi, come si è visto (not. 1, p. 4), dal Geppert, sta in fatto che la cata-
strofe di Varo non è menzionata nel nostro monumento, ma d'altra parte, di-
remo con l'Haug (Jahresb. fur Alterthumswissenschaft, LYI [1888], p. 103),
quelle parole di Augusto sono vere anche dopo la disfatta di Varo, poiché
esse non designano la Germania come provincia e le coste del mare, il paese
cioè dei Frisii e dei Chauci, fino all'imboccatura dell'Elba, continuarono a
rimanere soggette ai Romani.

(') App. VI, 40: donata pecunia [coloniis in Italia, oppidis in prò-
vinciis ter]rae motu incendioque consump[tis] a[ut viritim] a[inicis senat]o-
ribusque, quorum census explevit in[n]umera[bili]s. Il titolo di rendiconto
potrebbe invece applicarsi a quel discorso, che venne poi pubblicato, nel
quale, Ottaviano, l'anno 36 a. Cr., dopo la disfatta di Sesto Pompeo, dinanzi
al senato ed al popolo espose, come racconta Appiano {beli. civ. V, 130 ; cf. Dio
Cass. XLIX, 15), le cose (rù iqya) da lui operate fino a quel giorno e lo
stato della sua amministrazione {tì}i> nolixùav éavrov).

(2) Il WiilfHin (Sitzungsberichte der Akad. zu Mùnclicn, 1880, p. 253),
non scorgendo nel monumento di Ancyra che una esposizione di ciò che Au-
gusto ha ricevuto dallo stato, e di ciò che gli ha dato in cambio, una
specie di tabulac o codex accepti et expensi, lo chiama " cine Bilanz des
Begriinders der Monarchie ». Questa congettura che potrebbe, in qualche
modo, sostenersi, riferendola però al Breviarium totius imperii, nel quale
si ravvisano i caratteri di un codex accepti et expensi (cf. Mommsen,
Staatsrccht, II3, p. 1025, n. 3), rispetto alle rei Gestae di Augusto non ci
pare accettabile ; vedi quanto ne dicono il Mommsen, ffist. Zeitschrift, XXI,
p. 390, n. 3 e lo Schmidt, Philologus, XLVI, p. 82 e seg., che la combattono.
 
Annotationen