DOI Heft:
Nr. 3/4
DOI Artikel:Rozprawy
DOI Artikel:Kowalczyk, Jerzy: Siedemnastowieczne mauzoleum nacji polskiej w Padwie
DOI Seite / Zitierlink:https://doi.org/10.11588/diglit.47789#0335
XVII-WIECZNE MAUZOLEUM NACJI POLSKIEJ W PADWIE
II. 13. Epitafium Stanisława Friznekiera, zm. 1687.
(Rys. J. Kowalczyk 1965)
o preso il dęto Sacromonte e di piu o riceuto dal
molte ilustre signior Nicolo Osolinski consilgero di esa
lus-ma nasione in diverse volte ducaiti cento et
quaranta da L. 694 per ducato li quali soi[n] per resto
et co[m]pito pagame[n]to delopera sudeta re[n]duta
gia per me a perfezione a laude et gloria dela maista
de dio et de Santo Antonio et di Sa[n]to Sltannislao
et cosi mi ciamo pago et sostifato dila sudeta opera
val in tuto ducati 680. (—) Bovo in fede dice, io Cesar
Bovo ut supra ala prese[n]zia de le eccelentissimo
Si-or Jerolimo So[n]cino o tato 11 sudeto saldo et
recewto”.
LA CAPPELLA DELLA NAZIONE POLACCA A PADOYA NEL SEICENTO
I Polacchi che, fin dal Medioevo, studiavano nelle
universita italiane, nel ’500 e nel ’600 affluivano
soprattutto a Padova. Un’ associazione autonoma
nazionale, detta la Nazione Polacca, fu creata da loro
nel 1592, e duró piu di 150 anni, fino al 1745. Questa
associazione raggruppava non solo gli studenti, ma
anche gli altri Polacchi, assai numerosi, di passaggio
per Padova: viaggiatori, pellegrini o ambasciatoń,
laici ed ecclesiastici.
La Nazione Polacca di Padova scelse la Basilica
di S. Antonio per seppellirvi i compatrioti morti nella
citta di Antenore. Furono eretti in questa chiesa,
nel 1607, a cura del consigliere della Nazione Polacca
— Niccoló Ossoliński, un altare dedicato a San Stani-
slao Episcopo, patrono della Polonia, ed una cripta
sepolcrale, „Sacellum Polonorum”. Accanto alPaltare,
sulle pareti e sui pilastri, erano disposti gli epitaffi
dei Polacchi defunti. L’altare, la cripta e gli epitaffi
costituiscono un insieme che si potrebbe chiamare
la cappella polacca di Padova,
321
II. 13. Epitafium Stanisława Friznekiera, zm. 1687.
(Rys. J. Kowalczyk 1965)
o preso il dęto Sacromonte e di piu o riceuto dal
molte ilustre signior Nicolo Osolinski consilgero di esa
lus-ma nasione in diverse volte ducaiti cento et
quaranta da L. 694 per ducato li quali soi[n] per resto
et co[m]pito pagame[n]to delopera sudeta re[n]duta
gia per me a perfezione a laude et gloria dela maista
de dio et de Santo Antonio et di Sa[n]to Sltannislao
et cosi mi ciamo pago et sostifato dila sudeta opera
val in tuto ducati 680. (—) Bovo in fede dice, io Cesar
Bovo ut supra ala prese[n]zia de le eccelentissimo
Si-or Jerolimo So[n]cino o tato 11 sudeto saldo et
recewto”.
LA CAPPELLA DELLA NAZIONE POLACCA A PADOYA NEL SEICENTO
I Polacchi che, fin dal Medioevo, studiavano nelle
universita italiane, nel ’500 e nel ’600 affluivano
soprattutto a Padova. Un’ associazione autonoma
nazionale, detta la Nazione Polacca, fu creata da loro
nel 1592, e duró piu di 150 anni, fino al 1745. Questa
associazione raggruppava non solo gli studenti, ma
anche gli altri Polacchi, assai numerosi, di passaggio
per Padova: viaggiatori, pellegrini o ambasciatoń,
laici ed ecclesiastici.
La Nazione Polacca di Padova scelse la Basilica
di S. Antonio per seppellirvi i compatrioti morti nella
citta di Antenore. Furono eretti in questa chiesa,
nel 1607, a cura del consigliere della Nazione Polacca
— Niccoló Ossoliński, un altare dedicato a San Stani-
slao Episcopo, patrono della Polonia, ed una cripta
sepolcrale, „Sacellum Polonorum”. Accanto alPaltare,
sulle pareti e sui pilastri, erano disposti gli epitaffi
dei Polacchi defunti. L’altare, la cripta e gli epitaffi
costituiscono un insieme che si potrebbe chiamare
la cappella polacca di Padova,
321