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6o

CAPITOLO QUARTO

CENNI STORICI SULLE ANTICHE VICENDE DELL'ARTE
DELLA SCULTURA,

Ri

Ricevuti ch'ebbe l'arte della Scultura tanti impulsi dalla pietà, dalla ricono.
SCèhzà, dall'ambizione, dal lusso dei popoli diversi presso i quali fu coltivala,
andò soggetta essa ancora a quelle tante rivoluzioni che nella decadenza o
nella prosperità delle nazioni abbassano o innalzano anche l'esercizio e le ope-
re della mano e dell'intelletto degli uomini. Come tutte le altre arti ebbe le sue
vicende, la storia delle quali è stata lo scopo di due grandi opere che prece-
dettero queste mie storiche ricerche, l'una del celebre Winckelmann e 1' al-
tra del Signor d'Agincourt, e lo scorrerle rapidamente mi porterà con più
ordine all'epoca dalla quale io intendo voler dipartirmi. Inutili non del tutto
rieseiranno pochi cenni, dovendo qualche volta, siccome io mi sono propo^
sto , fare confronti ed esami fra l'antico e il moderno , segnare alcune analo-
gie di stili e di vicende per le quali hanno un inseparabije contatto tra loro
sì la storia delle nazioni che quella dei progressi dello spirito umano.

Impossibile riesce l'indicare cronologicamente ciò che possa essere accadu-
to di quest'arte al di là dei monumenti dei quali manchiamo, e si ritornereb-
be alle ricerche nel primo capitolo di quest'opera già esposte sulle tracce del
d'Anckerville. Noi non abbiamo cognizione delle antichissime nazioni se non
per mezzo di altre nazioni posteriori, e conviene attenerci a queste ultime i
cui monumenti esistono ancora e possono in qualche maniera supplire per
quei popoli dei quali non ci rimane che il nome e dai quali potrebbero forse
essere provenuti.
AfiiEgùie. Che le arti presso gli egizj non giungessero a quella perfezione a cui sali-
rono presso i greci sembra giustificato abbastanza dalla loro natura e dall'in^
dole del loro carattere. Non potevano concepire gì' artisti così facilmente la
idea della sublime bellezza, se non ne osservavano le costanti orme nella lo-
ro natura; e non vale il riflettere che vedendo molti forestieri ne' loro paesi
commercianti «Vesserò potuto ammirarla fuori degl' individui della loro na-
zione: essi non potevano sentire il vantaggio di queste differenze , poiché in
ogni cosa (siccome fu sempre usanza d'ogni uomo e d'ogni nazione ) faceva^
710 se stessi modulo e misura di umana bellezza, in quella guisa che i paesisti
 
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