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Garrucci, Raffaele
Storia della arte cristiana nei primi otto secoli della chiesa: corredata della Collezione di tutti i monumenti di pittura e scultura ; incisi in rame su 500 tavole ed illustr. (Band 2,1): Pitture cimiteriali — Prato, 1873

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https://doi.org/10.11588/diglit.1394#0068
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Volume II.

STORIA DELL'ARTE CRISTIANA

Pitture

cinque alla sinistra hanno le lampadi spente: dietro vedesi
un edifizio che è la casa dello sposo. La volticina dell'ar-
cosolio ha nel centro un pavone a coda spiegata, in luogo
del quale nella stampa è figurata una corona con un mo-
nogramma nel centro. Il De Rossi (p. 78) giudica che questa
corona sia di palma e che a destra spuntino u parecchi
quasi raggi che toccano le nuvole dalle quali piove la man-
na, al qual soggetto crescono forse evidenza quei raggi ".
Che cosa vi fosse nel mezzo della corona egli non riuscì
a discernere. Ma la corona di palma non v' é, e quella che
parve corona di palma e quei che parvero raggi altro non
sono che le penne occhiute della spiegata coda del pavone,
la cui imagine è quasi del tutto perita. Sotto ai piedi del pre-
detto pavone è una corona di fiori coi suoi lemnisci o sia
fettucce. Al lato sinistro della volticina vedesi di nuovo Gesù
Cristo barbato, ma con semplice nimbo, che predice a Pietro
la triplice negazione: sta ivi il gallo sopra una colonnetta
o pilastrino, e Pietro col gesto proprio di chi stupisce, sem-
bra dire al maestro che quand'anche tutti il negheranno egli
noi negherà mai. Nel quadro opposto è rappresentata la
pioggia della manna. Quattro ebrei, un giovine ed una
donna a destra, un giovinetto e una fanciulla a sinistra,
hanno le mani velate e sembra che voglian ricevere quel
cibo celeste nei seni del pallio. La manna è di color verde
chiaro. Sulla faccia esterna del sepolcro è dipinta una donna
in dalmatica, che è l'abito anche delle vergini, orante fra
le cortine di una stanza che due donzelli in dalmatica ancor
essi, ma ornata di pezze rotonde e di strisce di porpora,
hanno rimosse e stanno ivi in attitudine di servi. Il De Rossi
(I. e. pag. 78) attesta di aver veduta la pittura, dopoché la
pioggia l'ebbe lavata, e di avervi trovata quasi intera la donna
orante, e di statura minore del giovane che è a destra di lei:
ma non è così. In quel disegno v' erano ancora a far molte
ed importanti correzioni, che vi ho io eseguite. Oltre al Cristo
che è giovane con poca barba coi tre cerchi e non con
due, intorno al capo, v' erano da togliere le due linee sulle
due pitture a destra e sinistra della volticina, poste quasi a
chiudere le due rappresentanze in due quadri: di che non vi
è vestigio. La corona del centro doveva impiccolirsi di quasi
due terzi e ornarsi di lemnisci o fettucce che erano state
omesse. Erano generalmente mal interpretate le vesti, omessi
i sandali alla imagine di Cristo, a sinistra la manica della

tunica di quello tra i Magi, che addita la stella, i piedi delle
Vergini. Quanto al significato dei due giovani il De Rossi
scrive così a p. 79 : " L'affermare che qui la defonta è da
due Santi introdotta nella celeste beatitudine è dir cosa che
chiunque ha cognizione della cristiana antichità, facilmente
intende, ma che ad essere dimostrata richiede un lungo
discorso e confronti di molti e varii monumenti, n Egli stima
che i giovani siano Martiri che aprono le cortine, perchè
l'anima santa entri nel gaudio celeste. Ne parla poi di nuovo
a p. 35 dell'anno i864, e a p. 5 dell'anno 1867 chiama
questi due giovani definitivamente apostoli e santi.

La spiegazione da me data di questo insigne monumento
è nel libro primo della teorica, ove ciascuno la potrà leggere.
La somma è questa. Il sepolcro essendo preparato per una
vergine, per quanto pare, di professione, vi furono dipinti
soggetti che ad una sposa di Cristo soprammodo si addi-
cono. Perocché ad altro non alludono che alle virtù di una
vergine consecrata e alla beatitudine sempiterna che in pre-
mio le tien Dio preparata in cielo. Messa sott'occhio la
parabola registrata nel vangelo delle dieci vergini, e mo-
strato l'infortunio delle cinque di esse che furono stolte,
si fa anche conoscere quali sono i mezzi necessarii alle ver-
gini prudenti, perchè le loro lampadi non si spengano; e
due se ne propongono per via di esempii. Il primo è che
diffidino di loro virtù, la quale è si delicata, che facilmente
si perde, se alcuna troppo fidi di sé stessa, come accadde
a Pietro, il quale è figurato in atto di recisamente negare
che mancherebbe di confessar Cristo che gliel prediceva,
perchè fidava troppo in sé stesso. L'altro mezzo è il ri-
correre a cibarsi spesso della carne di Cristo, di quella
celeste manna che dà vita e forza nel cammino di questa
mortai vita. Nella terza scena, dopo questa esortazione, si
raffigura il premio conseguito già dalla vergine fedele al suo
sposo celeste : ella è già stata accolta nel talamo celeste e con-
templa ivi il suo bene. I due donzelli che hanno rimosse le
cortine, perchè la vedessimo in quella beatitudine, allego-
rizzano gli Angeli che stanno a guardia del paradiso, ed
hanno introdotta quella vergine al cospetto di Cristo. Basta
richiamare la visione di Saturo dagli Atti delle sante Per-
petua e Felicita (ed. Holstein. Romae i663, pagg. 21, 22
e segg.).

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