Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Garrucci, Raffaele
Storia della arte cristiana nei primi otto secoli della chiesa: corredata della Collezione di tutti i monumenti di pittura e scultura ; incisi in rame su 500 tavole ed illustr. (Band 2,1): Pitture cimiteriali — Prato, 1873

DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.1394#0132
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
7-'.i-ws-^^r^^m^^ssa

CIMITERO DI ALESSANDRIA

IN EGITTO

iresso la cosi detta colonna di Pompeo magno, al-
l'estremo sud-ovest dell'antica città di Alessandria, sulla
costa di una collina è un ipogeo cristiano, al quale si di-
scende per gradini tagliati nell' interno del colle. Il Sig. Carlo
Wescher vi discese e vide ivi molte pitture, delle quali ci
diede un saggio, pubblicandone alcune, delle altre diede
una descrizione e trascrisse le epigrafi che in tutto l'ipogeo
avea potuto leggere (De Rossi, Bull, di ardi, crist. i865,
p. 57 e segg.). Questo ipogeo si compone di due stanze e di
un ambulacro sepolcrale. La prima stanza è propriamente
una cappella colla sua absida, la seconda è veramente un
cubicolo con tre arcosolii. Questo monumento della bella
epoca cristiana fu restaurato nei secoli seguenti, e la pittura
dell'abside fu in parte ricoperta di nuovo stucco e nuove
pitture. Nella qual epoca le pareti della cappella furono
dipinte con imagini di Santi, e il cubicolo e la volta di esso
ornati del pari di nuove rappresentanze e novelle imagini di
Profeti e di Apostoli ; e non le sole pareti, ma gli arcosolii
furono dipinti di nuovo con somiglianti imagini di Profeti e
con simboli evangelici, proprii di quell' epoca. Né io so
imaginare altra ragione che a questo nuovo abbellimento
ne inducesse e di tal sorta, se non fu di aver cambiato il
cimitero in oratorio.

Omessa la pianta dell' ipogeo, dataci dal Sig. Wescher, ho
riprodotto il solo spaccato (n. 6) per lungo, ove meglio si
dimostrano i luoghi dipinti, e qual sia la forma dei loculi.
Pongo altresì il saggio dei capitelli datoci dal medesimo
Wescher (n. 9), perchè di bello stile e proprii di una buona
epoca. Vediamo le pitture.

5. Abside della cappella di rincontro all'ambulacro se-
polcrale. Il Sig. Wescher nota che l'imagine di Gesù Cristo,
la quale mirasi nel centro, fu rifatta ; il che dimostrano, come
egli ne avverte, i colori più vivi e meglio conservati di quello
che nelle figure laterali, e lo stucco sul quale è dipinta quella
imagine, che è più erto (Bull. ardi, crist. i865, p. 58, n. 2).
Se è cosi, dovrà dirsi che l'imagine è della seconda epoca e
nulla conserva della primitiva, neanche il nome ICXC scritto
a color rosso, del quale il De Rossi dubita se possa appar-
tenere all'epoca della ristuccata pittura. Ad un'epoca ante-
riore io riporto le leggende a color nero, e i pochi avanzi
di figure a sinistra dipinte, le quali nulla hanno che fare
colla turba assisa sul terreno, che mangia il pane molti-
plicato da Cristo. Queste leggende di color nero, portando
in sé la ragione di dover esser separate dalla rappresentanza
della moltiplicazione, non devono essere confuse né consi-
derate quasi fossero parti di essa. Nel centro del fregio che
orna l'abside è rappresentato Gesù Cristo, IC, XC, in tunica
gialla listata e pallio di porpora alla esomide, cinto di nimbo
crocigero, assiso sopra trono, che ha un piumaccio e una
predella, ora perita, nell'atto di stender le mani sul catino,
nel quale sono due pesci, e probabilmente anche sulla cesta
de' pani che manca, sostenute colle mani velate del pallio
da due Apostoli, i cui nomi si leggono sopra scritti : nGTPOC,
K"8\?dKC Dappiè della sedia sono dodici ceste ricolme
di pani, sei per parte. Dietro la figura di Andrea appare il
contorno di un obietto rettangolo, il quale, cadendo nella
persona e testa dell'Apostolo, fu creduto essere un nimbo
quadrato. Il De Rossi opina che la pittura, anteriore ai
ritocchi, sia della prima metà del secol quarto, se pure non

— 128 —
 
Annotationen