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Garrucci, Raffaele
Storia della arte cristiana nei primi otto secoli della chiesa: corredata della Collezione di tutti i monumenti di pittura e scultura ; incisi in rame su 500 tavole ed illustr. (Band 2,1): Pitture cimiteriali — Prato, 1873

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https://doi.org/10.11588/diglit.1394#0098
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CIMITERO DI GENEROSA

AD SEXTUM PHILIPPI



TAVOLA LXXXV.a

r.l

Li luco della dea Dia o sia di Cerere fu presso a poco
al sesto miglio sulla via portuense, il qual sesto miglio è
appellato negl' itinerarii e altrove sextum Philippi, e si nota
che vi era un cimitero in quel sito ad sextum Philippi,
detto anche Coemeterium Generosae. Il De Rossi (Bull,
arch. christ. 1866, p. 43) distingue col Bosio dal miliario
sesto il miliario ad sextum Philippi, detto praedium mis-
sale al miglio decimoquarto incirca, cioè all' isola sacra del
Tevere, e cita a tal uopo l'Anonimo, che in una giunta fatta
alla cosmografia di Etico scrive, che quell'isola comincia
circa sextum Philippi, quod praedium missale appellatili- :
perchè ivi il Tevere si divide, et in duobus ex uno effectus,
insulam facit inter portum urbis et Ostiam civitatem. A me
non par possibile concordare il miliario sesto col miliario
detto ad sextum Philippi, che dicesi essere al miglio decimo-
quarto. Un mezzo di metter d'accordo le due testimonianze
ad sextum cioè al sesto miglio, e ad sextum Philippi cioè
circa il miglio decimoquarto, mi sembra, se supponiamo che
il praedium missale fosse una particolar denominazione di
quel luogo, che più vagamente dicevasi ad sextum Philippi,
il qual fondo cominciar doveva dal sesto miglio e andar
oltre fino al porto. Vedo ora che il De Rossi tiene presso a
poco la medesima sentenza a p. 12 del Bull. 1869, scrivendo
così: 11 II sextum Philippi dovette occupare un notabile

spazio di quella vallata, n II cimitero di Generosa prese vero-
similmente nome dalla padrona del fondo che confinava
col piccol tratto di terreno consecrato alla dea Dia, ove
ogni anno i fratelli arvali si recavano a sacrificare. S. Da-
maso, avuto in dono quel terreno degli arvali, probabilmente
da Graziano, vi edificò una basilica e vi aperse l'ingresso
al cimitero adiacente, nel quale erano stati sepolti Simplicio
e Faustino, santi martiri affogati nel Tevere, e la sorella
loro Viatrice, anch'essa martirizzata nella persecuzione di
Diocleziano. La basilica fu consecrata ad onor loro dal papa
Damaso, come impariamo da un frammento di epigrafe,
trovato fra le ruine, facile a supplirsi (De Rossi, Bull. 1868,
p. 3j): Sanctis Martyribus Simplicio FaVSTINO. VIA-
TRICI.

Poche sono le pitture di che il cimitero mostrasi adorno:
primieramente in uno stretto cubicolo, che è a ridosso della
basilica, vedonsi dipinti i predetti santi Martiri, in compagnia
di un quarto appellato Rufiniano. Le loro sante reliquie
furono trasportate in Roma circa il 682 da papa Leone II
e deposte con quelle di altri Martiri presso S. Bibiana; e
fu allora probabilmente che a memoria del primo loro se-
polcro furono fatti dipingere in quel cubicolo. Perocché egli
è certo che i luoghi ove riposarono in prima i santi Martiri

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