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Garrucci, Raffaele
Storia della arte cristiana nei primi otto secoli della chiesa: corredata della Collezione di tutti i monumenti di pittura e scultura ; incisi in rame su 500 tavole ed illustr. (Band 2,1): Pitture cimiteriali — Prato, 1873

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https://doi.org/10.11588/diglit.1394#0093
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CIMITERO DI S. ERMETE

AD CLIVUM CUCUMERIS

TAVOLA LXXXII."

..L

;Don

Li Bianchini (ad Anastasium, t. II, Proleg. p. XXIV) reca
questa pittura, che dice scoperta in una delle cripte affini
al cimitero di S. Ermete o di Priscilla sulla via Salaria
(in cryptis Hermetis seu Priscillae coemeterio qffinibus,
p. XXVI), l'anno 1726, insieme con epigrafi appartenenti
agli anni 337,34o. Io l'ho riveduta nel cimitero di S. Ermete.
Arcosolio. Sulla fronte esterna dell'arco rimane tuttora
Gesù sedente fra i dodici Apostoli, egualmente sedenti come
lui. Tutte le sedie hanno spalliera, piumaccio, predella e un
drappo rosso che ne" copre il sedile, ma non appoggi né
bracciuoli. Gli Apostoli vestono abiti di color bianco, ed
alcuni hanno in mano un libro, altri, tenendo la sinistra
involta nel pallio, parlano con le destre elevate: nella estre-
mità a sinistra è figurata una cista con entro sei volumi.

Nel fondo dell'arcosolio era figurato il pastore in tunica
e pelliccia fra sei pecorelle; oggi rimane soltanto la testa
del pastore, il resto è perito. Sotto la volticina a destra e a
sinistra sono altre sette pecore che pascolano in luoghi pian-
tati di alberi ; alcune di esse hanno il manto di color verde,
altre rosso : sulla cima della volta vedevansi quattro uccelli,
tre di essi volanti, due vòlti a destra e due a sinistra. Sul
fondo medesimo e disotto al buon pastore, sopra una fascia,
erano dipinti i tre fanciulli tra le fiamme ; e in mezzo ad essi

in secondo luogo un giovane in tunica, che non era coperto
di pileo, né aveva intorno fiamme : egli stendeva le braccia
ai giovani, e sembrava esser ivi venuto in loro conforto.

Sull'esterna fronte della cassa sepolcrale erano dipinti tre
quadri. In quello di mezzo vedevasi espresso un fossore
nell'atto di rompere col piccone una rupe che aveva da-
vanti. Nel quadro a destra, ora coperto da un ammasso di
terra, era una donna in veste addogata di porpora che alzava
le mani, tenendo in una la corona, nell'altra un ramoscello
con fiori: presso di lei era una cesta ripiena similmente di
fiori.

A sinistra miravasi altra donna che sollevava una tazza e
portava nella sinistra un ramoscello o stelo con fiori, simile
al precedente. Trovasi questa figura separatamente delineata
presso il D'Agincourt nelle schede vaticane, e la cripta è da
lui detta cappella degli Apostoli: egli ha cavato i lucidi di
due pecore che pascolano, d'una colomba, d'uno dei fan-
ciulli nella fornace, e della donna predetta che eleva la tazza.
Le due donne offrono alla tomba i rami e i fiori, la aprona
e la tazza; ma il Bianchini stima che quella seconda donna
porti un vaso di vetro pieno a mezzo di sangue, raccolto
dal corpo del Martire, ovvero colla spugna dal luogo del

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