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Garrucci, Raffaele
Storia della arte cristiana nei primi otto secoli della chiesa: corredata della Collezione di tutti i monumenti di pittura e scultura ; incisi in rame su 500 tavole ed illustr. (Band 2,1): Pitture cimiteriali — Prato, 1873

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https://doi.org/10.11588/diglit.1394#0128
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DUE SEPOLCRI DI MILANO

TAVOLA CV B.

u

l no dei cimiteri cristiani di Milano fu, a parere del Sassi,
(Series Arch. Medìol. in vita Castritiani) il coemeterium
romanum (Auct. de situ civ. medio!.), così denominato dalla
porta romana, fuori della quale era collocato. In quella
regione fu già una basilica dedicata da S. Ambrogio nel 382
ai SS. Apostoli, e un tredici anni dopo, nel 3g5, a S. Nazario,
avendo ivi trasferite le reliquie di questo santo Martire. Quivi
dunque, a destra della basilica di S. Nazario, l'anno i845
furono scoperti, a tre braccia sotto terra, due sepolcri com-
posti di grossi tegoloni intonicati di dentro e dipinti. 11 primo
sepolcro era lungo 2 metri, largo 1 metro e 20 centimetri,
alto 84 centimetri; il secondo, lungo circa 2 metri, largo
45 centimetri, alto 48. Di ambedue abbiamo un disegno dato
alle stampe prima nell'Amico Cattolico (n. IX, p. 335 e XI,
p. 4i5) col titolo: Una catacomba dei primi secoli scoperta
in Milano ; e poi separatamente in due Dissertazioni : Sopra
alcuni sepolcri antichi e cristiani (Milano 1845). L'autore dello
scritto è indicato dal Polidori in una dissertazione sulle imagini
simboliche, dipinte nell' interno del primo di questi due se-
polcri, stampata insieme colle due dissertazioni predette (p. 5o).
Egli è il Biraghi che le ha poi dichiarate per sue nella Datiana
historia (Mediol. i848, p. 73).

4. Pitture del primo sepolcro (Biraghi, op. cit. init.). Le
interne pareti eran divise in dodici scompartimenti, due a
capo, due a'piedi del defonto, e quattro per parte a'due

lati, dei quali basta dare in disegno un solo, perchè l'uno
è copia identica dell' altro. A capo, nel primo dei due com-
partimenti, è dipinto un pavone con due pavoncelli dentro
uno steccato di canne : in alto risplendono sette stelle. Nel
secondo è un terzo pavoncello, dal Biraghi (p. 2) creduto essere
una fenice, in un luogo ameno piantato di teneri arboscelli,
e in alto ripetonsi le sette stelle.

Al lato sinistro del morto, il primo dei quattro spartimenti
rappresenta il monogramma di Cristo, accompagnato dalle
due lettere £j?a e intorno nel campo sette stelle: il secondo
dipinge un gallo, davanti al quale è un tenero arboscello e
nel campo intorno sette stelle: nel terzo pare che siano piante
di olivo rozzamente dipinte : il Biraghi dice che sono piante
con frutti e foglie e tronchi. Nella quarta non è chiaro che
cosa il pittore abbia voluto esprimere con quelle foglie sparse:
pensa il Biraghi che questo sia un fogliame di palma senza
né piante né rami. A me pare, che, se ciò fosse, rassomi-
glierebbero piuttosto a'dattili che alle foglie di questa pianta.
Stimo dunque che siano due corone di lauro, di che mi dà
indizio un certo andamento delle foglie, che del resto non
credo ben copiato.

1 due compartimenti che sono a'piedi rappresentano la
risurrezione di Lazaro. Nel primo è il Redentore in tunica
discinta e pallio che ha in mano la verga. In alto vedonsi

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