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Pernier, Luigi
Il palazzo Minoico di Festòs: scavi e studi della missione archeologica italiana a Creta dal 1900 al 1950 (Band 1): Gli strati più antichi e il primo palazzo — [Rom], 1935

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https://doi.org/10.11588/diglit.8056#0220
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CAPITOLO II

VANI ACCESSIBILI ATTRAVERSO IL MURO A ORTOSTATI
IL SACELLO CON TAVOLA DA LIBAZIONI - IL VANO IX
I VANI AGGIUNTI ESTERNAMENTE AL
SACELLO IN EPOCA MEDIO-MINOICA
LA FOSSA PEI SACRIFICI

A. - Il più meridionale dei due passaggi attraverso la facciata a
ortostati introduceva nel vano X; è ora largo m. 1,30, ma in origine
la luce doveva esser ridotta, in parte, da stipiti, di cui si vedono sulla
soglia gl'incassi pei travi verticali.

Il passaggio era quindi largo in origine m. 0,97 al massimo. Gli
stipiti misuravano m. 0,41-0,42 in larghezza e 0,16-0,18 di spessore.
Ad est di essi, il passaggio si ampliava fino ai fianchi degli ortostati
che erano coperti d'intonaco d'argilla con sopra strato di calce.
Questa porta esisteva certamente nel primo palazzo. Ma è probabile
che, in origine, nel muro a ortostati non vi fossero porte a ovest,
che cioè il muro fosse continuo come quello del palazzo di Cnossòs,
e che ai vani a ridosso del medesimo si accedesse da sud e da est.
Poi quando si ampliò il sacello Vili coi vani esterni V-VII, pote-
rono essere aperte, attraverso gli ortostati, la porta che mette in
comunicazione il vano VI col sacello più antico, quella a sud-est
del vano VII e forse una terza, più a sud delle altre; ma quest'ul-
tima fu presto richiusa. Infatti in un saggio del 1901 si vide che
un ortostate era incastrato fra due altri aventi i fianchi rivestiti di
stucco, come fiancate di porta.

La porta fra i vani VI-VIII è larga m. 0,90 appena. Non essendo
porta esterna, le fiancate non avevano stipiti in risalto con battenti di
 
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