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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 3.1897

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Fasc. VI
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Ludwig, Gustav: Vittore Carpaccio
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https://doi.org/10.11588/diglit.19209#0463

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VITTORE CARPACCIO

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menti originali citati da Jacopo Morelli, lo afferma il Paoletti nella sua grande opera:
L'architettura e la scultura del Rinascimento in Venezia.

Il Gonzati trovava in Padova un manoscritto nel quale v'era il nome di Zuan Zorzi
detto Pirgotele, e quindi supponeva che si chiamasse Zorzi. Zorzi però nel dialetto veneziano
è sinonimo di Giorgio, quindi un nome di battesimo. Il nome di Lascari indica indubbia-
mente l'origine greca; suo figlio Ettore Maria Lascari era lettore di greco in Venezia, e ciò
fu il motivo che, parte per scherzo e parte per vanagloria, questo insigne scultore assumesse
il nome del suo grande compatriota Pirgotele.

In ordine cronologico si può stabilire che nel 1481 si pose la prima pietra della chiesa
di Santa Maria de'Miracoli; che nel 1484 si die prin-
cipio alla fabbrica, e verso quest'anno Pirgotele creava
nell'arco del portale della chiesa quella graziosa Ma-
donna, prendendo un motivo dagli antichi pittori mu-
ranesi (Venezia, Accademia, n. 616), cioè che il Bam-
bino giuoca col dito pollice della mano della Madre,
mentre questa lo guarda amorosamente.

Dopo questo lavoro, distinto da un cartellino scol-
pito in pietra contenente il nome di Pyrgotele di dietro
della Madonna, si può mettere il rilievo della mezza
figura della Madonna indicata dal Paoletti, che trovasi
nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Treviso però
senza segnatura.

Nel 1498 doveano essere ultimate le sculture della
scuola degli Albanesi.

Nel 1513 lavorava a questa figura, eseguita con
finezza, di Santa Giustina, citata e documentata da Mar-
cantonio Michiel, pel bacino dell'acqua santa vicino alla
porta laterale della chiesa del Santo a Padova. Sebbene,
purtroppo, assai corrosa nel sasso dall'acqua santa, pure
la figurina addimostra maggior indipendenza nello stile,
e nel tipo del viso, nel trattamento de'capelli, delle „,.,,„. mtT£,mT1.1.

1 ' 1 ' SANTA GIUSTINA, DI PIRGOTELE

mani e delle pieghe, questa figura ricorda molto quelle

' ° NELLA CHIESA DEL CANTO A lJADOVA

dei bassorilievi della scuola degli Albanesi.

Nel 1524 crea il leone alato sulla colonna della piazza d'Erbe di Verona, ora distrutta.

Ci resta soltanto il plinto col nome dell'artista.

Nella letteratura abbiamo una Venere celebrata perfino da sonetti. 1

Il Moschini nella sua Guida di Venezia, 1815, tomo II, a pag. 617, dice: «Di questo
scultore del secolo xvi vidi in Padova, presso l'abate Nalesso, un piccolo Ercole in marmo
con scritto il nome Pyrgoteles».

Secondo il manoscritto Monterosso, l'artista morì di peste nell'anno 1528.

La circostanza ch'era greco, e quindi affine agli Albanesi, merita sempre speciale con-
siderazione.

Fra le due finestre del primo piano trovasi una grande pietra d'Istria fina, con cornice
di materiale più rozzo. La parte superiore della cornice: a sinistra scorgasi*lo stemma dei
Loredan, nel mezzo il leone di San Marco in « Molecca», ed a destra lo stemma de' da Lezze
(e non Balbi, come dice Leiù). A. Loredan fu l'eroe del primo assedio di Scutari, ed A. da
Lezze quello del secondo assedio, e fra questi stemmi trovasi la seguente iscrizione:

A S E D I 0 S E C N D 0

LXXI1II MCCCC.

1 Pomponio Gaurico.
 
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