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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 1.1898

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Fasc. 1-2
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24143#0125

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MISCELLANEA

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Tolte così dagli angusti locali e ordinate con ogni
diligenza, potranno essere meglio apprezzate e stu-
diate.

Museo civico di Prato. — Si sta riordinando la
suppellettile di questo importante Museo, per cura del
cav. Guido Carocci, ispettore dei monumenti di Firenze.

Pinacoteche comunali Martinengo e Tosio in
Brescia. —■ Il Municipio di Brescia, secondando i
voti dei cultori dell'arte, riunirà le due Pinacoteche in
un solo palazzo, dando così alla civica istituzione un
aspetto più nobile e grandioso.

Museo civico di Padova. — Dal Bollettino del
Museo cìvico di Padova, numero di gennaio, appren-
diamo che il comm. Vettor Giusti, sindaco di quella
città ha donato a quell'Istituto 33 disegni originali
autografi di Rinaldo Rinaldi, scultore padovano se-
guace di Antonio Canova (1793-1873).

Il Museo di Padova non possedeva del Rinaldi altro
che un busto di marmo, e il comm. Giusti, acquistando
del proprio questi disegni e facendone dono, colmava
una vera lacuna in quelle raccolte.

Museo della miniatura ferrarese nel palazzo di
Schifanoia in Ferrara. — Per le feste del Savona-
rola s'inaugurerà nel salone di Schifanoia il Muse
della miniatura. I corali e gli altri codici miniati della
Biblioteca ferrarese, unitamente forse ai corali del
Duomo, saranno esposti entro bacheche disegnate, con
l'eleganza di un maestro del Rinascimento, dall'archi-
tetto Sacconi.

Collezione del cav. Benigno Crespi in Milano. —

La collezione si è arricchita di un trittico di Martino
Piazza da Lodi, rappresentante San Nicolò da Bari
nella parte mediana, San Giovanni Battista ed un
vescovo a destra, Santa Chiara e l'Arcangelo che guida
Tobiolo, a sinistra.

CONTROVERSIE GIURIDICHE.

Causa Acrocca. — È noto come per le Provincie
romane viga ancora l'editto del cardinale Pacca sulla
conservazione dei monumenti e delle opere d'arte. Il
signor Costantino Acrocca ha voluto dar di frego a
queste disposizioni e (non par vero!) ha trovato un
alto consesso di magistrati, la Corte d'appello di Roma,
che gli ha dato ragione. La vertenza è derivata dal
pagamento di una lira (di dazio o tassa, come si voglia
dire) per l'esportazione di un quadro ; pagamento giu-
stificato dal noto editto Pacca, che stabilisce il 20 °/0
sul valore degli oggetti. Il Tribunale di Roma, con
una sentenza magistrale, aveva respinto la domanda
dell'Acrocca, il quale non si diede per vinto e inter-
pose appello. Non discutiamo qui la filza di ragiona-
menti e di aforismi legali presentati dagli avvocati
dell'Acrocca, perchè è naturale che la parte in causa
si appigli a tutti gli espedienti e non risparmi magari
il cavillo ; ma addirittura stupefacente è la sentenza
della Corte d'appello del 23 novembre 1897.

Causa Bardini. — Il curato e i fabbricieri della
chiesa di San Martino in Avesa, di patronato regio,
ebbero l'infelice idea di tórre, all'insaputa dell'auto-
rità competente, un pregevole bassorilievo, rappre-
sentante San Martino a cavallo, infisso sulla facciata,
e di venderlo ad un certo Tito Tedeschi per L. 175.
Questi, alla sua volta, lo rivendette al signor Stefano

Bardini per L. 1500. Saputolo il Governo, fu iniziato
dapprima un procedimento penale e poi un altro civile
contro le suddette persone; e il Tribunale di Verona,
con sentenza del 16 dicembre 1895, diede ragione alle
parti attrici, cioè i Ministeri dell'istruzione pubblica
e delle finanze, obbligando il Bardini a rilasciare il
bassorilievo. Avendo costui proposto appello, la Corte
di Venezia confermò la sentenza. Il Bardini ricorse
in Cassazione, ma la Suprema Corte respinse la do-
manda del ricorrente, dando un'altra severa lezione ai
mercanti dell'arte sacra. Il bassorilievo è stato dato
in deposito al Museo Civico di Verona.

Per un dipinto del Gozzoli. — A Terni si dibatte
una questione assai importante, che deve richiamare
tutta la nostra attenzione. Nelle vicinanze di quel
paese esisteva un convento di Francescani, la cui ori-
gine risaliva al 1441, e sull'altare maggiore della chiesa
era posta una tavola del Gozzoli. Con la soppressione
delle corporazioni religiose, il pregevole quadro passò
in potere del Comune di Terni ; ma il conte Vincenzo
Rustici fin dal 1862 iniziò delle pratiche, vantando
diritti sul dipinto. In sulle prime incontrò opposizioni,
ma poi riuscì ad ottenere una deliberazione della
Giunta municipale, con cui si veniva a riconoscere la
sua proprietà. La tavola però rimase sul posto, e
la questione si è adesso risollevata, perchè, con de-
 
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