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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 1
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Venturi, Lionello: A traverso le Marche, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0045

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A TRAVERSO LE MARCITE

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trova o no libero lo spazio; i colori raggiungono un effetto di funebre misticismo. Certo,
l’anonimo autore eli quest’opera è fuori di qualunque tradizione: profitta del linearismo senese
per raggiungere un equilibrio lineare e cromatico, originalissimo, barbaro, quasi sublime. Sembra
un Henri Matisse del Trecento.

Se non direttamente, certo come modificatrice dell’arte giottesca, la pittura senese verso
la metà del Trecento penetrò in tutte le regioni d’Italia. E ovunque sorsero scuole o anche
artisti isolati che assimilarono da Siena colorismo e decorativismo, e nello stesso tempo pro-
fittarono della tendenza di Giotto. Ma ne profittarono in diverso modo: gli uni assimilarono del
giottismo le qualità di pura plastica, altri tradussero queste in mezzi di mediocre minuzioso

realismo. Allegretto Nuzi da Fabriano rappresenta nelle Marche la prima tendenza; Andrea
de’ Bartoli da Bologna, la seconda.

Le opere pittotiche sicure di Andrea conosciute sin qui sono:1

1° i freschi della cappella di Santa Caterina e dell’oratorio di San Lorenzo nella Basi-
lica di San Francesco in Assisi, documentati e datati 1368;

2 un polittico nella pinacoteca di Fermo, firmato e datato 1369;

3° una Madonna col Bambino in Sant’Agostino di Pausula, firmata e datata 1372;

4" un secondo polittico nella pinacoteca di Fermo, attribuito per ragione di stile, giu-
stamente. 2

Nella Pinacoteca comunale (n. 118) di Ancona è una tavola (fig. 14), rappresentante la
Morte della Vergine, commessa da una monaca che si vede inginocchiata a destra. La figura
del Cristo nello scomparto rappresentante l’appaiizione a Giovanni dormente in Patmos, del
polittico di Fermo sottoscritto da Andrea, è identica a quella della tavola di Ancona, e il volto
del dormente è uguale a quello della Madonna morta. Inoltre il Padre Eterno nel secondo
polittico di Fermo ha per tipo e per fattura grande somiglianza con gli apostoli più vecchi
attorno la Vergine morta.

1 Cfr. specialmente il bell’articolo di Francesco Fi-
lippini, in Bollettino d'arte, V (1911), 50-62. Natural-
mente non posso convenire col F. quando propone
— con riserva — l’ipotesi che il centro di diffusione

della pittura riminese sia stata Bologna: Giovanni
Baronzio non ha rapporti con Andrea da Bologna, e
gli è ben superiore.

2 A. Colasanti, ne L’Arte, X (1907), pag. 411.
 
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