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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 1
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Venturi, Lionello: A traverso le Marche, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0050

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LIO NEL L O VENTURI

di forme, di proporzioni contratte, con qualche ardimento cromatico. Nei freschi del Duomo
Vecchio di Sanseverino, dipinti in compagnia del fratello Jacopo, e di San Lorenzo in Doliolo
nella medesima città, le forme non mutano: gran confusione nelle scene, ricerca di particolari
illustrativi, meschinità di architettura e di proporzioni umane. L’esecuzione di queste opere
sembra prossima a quella del trittico del 1400, che d’altronde deriva da San Lorenzo stesso.
E simili caratteri palesano i pochi frammenti nella sagrestia della chiesa della Misericordia,
firmati da Lorenzo e datati 1404. E questo il periodo in cui Lorenzo mostra qualche affinità
con Ottaviano Nelli.

Quando da Sanseverino si giunge alla vicina chiesa di Santa Maria della Pieve, l’effetto
cambia. Fra numerosi ex-voto di vari artisti, una Madonna bianco-vestita, seduta per terra,

Fig. 15 — Scuola di Gentile da Fabriano : Miracolo di Sant’Antonio
San Ginesio, San Francesco.

col Bambino disteso, cui due angeli appariscono, oppure un’altra Madonna col Bambino, posta
sotto una trifora, con un angelo a destra, sono due capilavori, e, senza dubbio, di Lorenzo.
Il colore riassume capacità di vibrare, il segno si fa più largo, la figura umana s’idealizza,
il ritmo decorativo comincia.

A Santa Maria della Pieve sono pochi frammenti, in San Giovanni di Urbino sono pareti
intere frescate; e qui l’effetto è naturalmente maggiore. Ma in ambedue i luoghi si ha l’im-
pressione di pittori con uno stile personale, con un valore decorativo straordinario, senza o
quasi rapporti con le arruffate e sciatte composizioni del Duomo Vecchio e di San Lorenzo.
I freschi di Urbino sono datati 1416, e firmati da ambedue, Lorenzo e Jacopo. Il 6 ottobre 1420
Lorenzo era già morto. Il trittico della Pinacoteca di Sanseverino, dipinto a 26 anni, rappre-
senta dunque la prima maniera di Lorenzo; i freschi di Urbino, l’ultima. La differenza di
carattere e di qualità fra le due maniere è un abisso: che non si saprebbe colmare senza
ammettere un influsso di Gentile da Fabriano. Ancora in Urbino permangono, piccoli scherzi
di cattivo gusto, le scenette di miputo popolare realismo entro le ben condotte ampie leggere
linee decorative: ma appunto il valore elei freschi di Urbino consiste nell’incantucciare, quasi
 
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