A TRAVERSO LE MARCITE
2 I
La somiglianza dei tipi con quelli del polittico di Pietro da Recanati è evidente, ma è
pure palese nell’opera di Giacomo una accentuazione nei grovigli gotici delle pieghe e un
accenno a maggiore rilievo delle figure. Si tratta dunque di un seguace di Pietro, che mantiene
di seconda mano forme gentilesche e le depaupera in una presunta virtuosità di gotico movi-
mento. Il Vogel 1 ricorda: «Die 4 Januarii 1461. institutum fuit in Ecclesia Lauretana Bene-
fici um S. Marie a Jacobo Nicolae Pictore, qui juspatronatus concessit Sodalitio S. Luciae ».
E da Amico Ricci2 è citato il testamento di lui, come esistente nell’archivio di Recanati:
nel 27 agosto 14.66, Giacomo di Nicola da Recanati vi dispone che la propria eredità, dopo
usufruita dal figlio Antonio, passi al santuario di Loreto, e ciò perchè Giacomo si sentiva
debitore del santuario per i guadagni fatti nel dipingere la vecchia chiesa di quel luogo.
Nulla naturalmente rimane di queste pitture.
Credo che a Giacomo appartenga la tavola rappresentante l’Incoronazione, molti santi e
Fig. 20 — Giacomo da Recanati : Incoronazione
Montecassiano, Chiesa.
molti angeli (fig. 20) nella chiesa di Montecassiano,3 Oltre la simiglianza nei tipi con la tavola
firmata di Recanati, si vede infatti nel dipinto di Montecassiano anche accentuata la tendenza
al groviglio gotico, che invade non solo le pieghe ma anche l’atteggiamento delle figure.
Non di Giacomo, ma di stile molto affine a quello di lui, sebbene di qualità inferiore,
è il trittico della chiesa di Albacina, rappresentante la Madonna col Bambino e Santi.1
E un altro inferiore artista è Marino Angeli da Santa Vittoria, aneli esso imitatore di
Gentile, di cui sono noti un trittico nella chiesa di San Biagio di Monte Vidon Combatte,
firmato e datato 1448, e una Madonna nella chiesa di Collina.
Un pittore marchigiano contemporaneo ai seguaci di Gentile fu Gaspare da Pesaro, di
1 De Ecclesiis Recanatensi et Lauretana, Voi. I,
Recineti, 1859, pag. 215.
2 Memorie cit., I, 184.
3 A. Venturi, Storia, VII, 183, attribuisce con
esitazione il quadro a Pietro.
4 Non ha rapporti di sorta con Antonio da Fabriano
cui fu attribuito dall’Anselmi.
2 I
La somiglianza dei tipi con quelli del polittico di Pietro da Recanati è evidente, ma è
pure palese nell’opera di Giacomo una accentuazione nei grovigli gotici delle pieghe e un
accenno a maggiore rilievo delle figure. Si tratta dunque di un seguace di Pietro, che mantiene
di seconda mano forme gentilesche e le depaupera in una presunta virtuosità di gotico movi-
mento. Il Vogel 1 ricorda: «Die 4 Januarii 1461. institutum fuit in Ecclesia Lauretana Bene-
fici um S. Marie a Jacobo Nicolae Pictore, qui juspatronatus concessit Sodalitio S. Luciae ».
E da Amico Ricci2 è citato il testamento di lui, come esistente nell’archivio di Recanati:
nel 27 agosto 14.66, Giacomo di Nicola da Recanati vi dispone che la propria eredità, dopo
usufruita dal figlio Antonio, passi al santuario di Loreto, e ciò perchè Giacomo si sentiva
debitore del santuario per i guadagni fatti nel dipingere la vecchia chiesa di quel luogo.
Nulla naturalmente rimane di queste pitture.
Credo che a Giacomo appartenga la tavola rappresentante l’Incoronazione, molti santi e
Fig. 20 — Giacomo da Recanati : Incoronazione
Montecassiano, Chiesa.
molti angeli (fig. 20) nella chiesa di Montecassiano,3 Oltre la simiglianza nei tipi con la tavola
firmata di Recanati, si vede infatti nel dipinto di Montecassiano anche accentuata la tendenza
al groviglio gotico, che invade non solo le pieghe ma anche l’atteggiamento delle figure.
Non di Giacomo, ma di stile molto affine a quello di lui, sebbene di qualità inferiore,
è il trittico della chiesa di Albacina, rappresentante la Madonna col Bambino e Santi.1
E un altro inferiore artista è Marino Angeli da Santa Vittoria, aneli esso imitatore di
Gentile, di cui sono noti un trittico nella chiesa di San Biagio di Monte Vidon Combatte,
firmato e datato 1448, e una Madonna nella chiesa di Collina.
Un pittore marchigiano contemporaneo ai seguaci di Gentile fu Gaspare da Pesaro, di
1 De Ecclesiis Recanatensi et Lauretana, Voi. I,
Recineti, 1859, pag. 215.
2 Memorie cit., I, 184.
3 A. Venturi, Storia, VII, 183, attribuisce con
esitazione il quadro a Pietro.
4 Non ha rapporti di sorta con Antonio da Fabriano
cui fu attribuito dall’Anselmi.