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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 1
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Galassi, Giuseppe: Scultura romana e bizantina a Ravenna
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0081

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SCULTURA ROMANA E BIZANTINA A RAVENNA

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cromatici, differenti, s’intende — non per la graduazione spettrale, nè per l’intensità della
luce succhiata — ma per la disposizione speciale degli elementi costitutivi : cosi come può
essere diverso bianco da bianco per la grana particolare della materia. Soltanto deve osser-
varsi che nelle zone cromatiche del rabesco marmoreo bizantino tale grana prende gigantesche
dimensioni.

Una composizione coloristica originale troviamo invece sopra le quattro colonne inferiori
del Presbiterio (es. fig. 5 cit.j. Ma qui non è possibile isolare le facce principali dei capitelli o

Fig. 17 — Ravenna, Museo.

Traduzione bizantina di scultura lisippea. Secolo vi

dei pulvini dalle altre di fianco, viste in iscorcio, con le quali ugualmente creatisi rapporti
cromatici.

Non solo vari campi di colore, dunque, ma anche vari piani — per l’esigenza dell’archi-
tettura — in relazione reciproca. Talora zone continue, combaciatiti a spigolo ; tal’altra sbalzi
improvvisi da un piano all’altro. Nasce così quel che — per non essere interamente pittorico —
potrebbesi chiamare il pittoresco dell’architettura bizantina.

Il rabesco marmoreo bizantino non apparve nel solo San Vitale. Ricamò in San Michele
in Africisco i capitelli, di cui rimane esempio (fig. 11) nel Museo: svolgonsi su quattro facce,
circoscritte da palmette, le tenui spire di una fronda che da ogni parte moltiplica i getti
e le foglie aguzze. Nessun rabesco in San Vitale ha la mobilità di questo, dove perfino le
punte acuminate delle foglie neH’unirsi formano stelle che sembrano roteare.

Nello stesso Museo conservasi una transenna qua e là dorata (fig. 25), dove un duplice cordon-
cino — che or si allarga in curve quadrilobate o in circoli ed or si annoda, per poi di nuovo
 
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