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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 2
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Ricci, Corrado: Gli Aspertini
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0121

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GLI ASPEK TINI

«7

E il Vasari: «In Roma ancora dipinse assai»,1 e il Baldinucci: «Operò molto in Roma».2
Restano, in prova, degli studi fatti da Amico in Roma, oltre evidenti traccie ne’ suoi di
pinti, anche parecchi disegni staccati e tre, sino, di quei libri che il Malvasia ricorda. Ma se
anche questi ultimi risultano eseguiti a più riprese tra il 1516 e il 1525,3 gli studi romani
di Amico appaiono già evidenti nei due affreschi della chiesa di Santa Cecilia in Bologna, da
lui eseguiti fra il 1505 e il 1506. Nè le sue fatiche in Roma e nei dintorni, forse dal 1500

Fig. 2 — Amico Aspertini : Loggia inferiore del grande cortile
Civita Castellana, Fortezza.

al 1503, si limitarono allo studio, perocché ho potuto riconoscere la sua mano nella vastis-
sima opera di decorazione della loggia inferiore della grande corte nella Fortezza di Civita Ca-
stellana (figg. 2-9). Si tratta d’una delle solite opere a grottesche e a chiaroscuro ch’egli fece poi
nelle facciate delle case, e in esso si trovano i suoi tipi dalla testa grossa e dalle gambe sottili,

1 Vite, V, pag. 180.

2 Op. cit., II, 126. Vedi anche Venturi, Arch. stor.
dell’Arte, IV, 250 e Stor. dell’Arte, voi. cit., pag. 1004.

3 C. Robert, Ueber ein dem Michelangelo Zuge-
schriebenes Skizzenbuch auf Schloss Wolfegg nel Bal-
lettino dell’imperiale Istituto Archeologico Germanico.

Sezione romana, XVI (Roma, 1901) pagg. 209-243.
C. de Fabriczy {Un taccuino d’Amico Aspertino, cit.)
oltre al taccuino conservato nel castello di Wolfegg
in Wurttemberga descrive i due del British Museum
di Londra.
 
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