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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 2
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Venturi, Lionello: A traverso le Marche, [2]
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182

LIONELLO VENTURI

Opere smarrite di Antonio da Fabriano :

Tavola rappresentante San Francesco, venduta a Roma nel 1829. 1

Tavola rappresentante San Sebastiano, che nel 1804 era nella chiesa di San Francesco
in Sassoferrato.2

Trittico venduto nel 1880 dal conte Possenti di Fabriano.3

Elementi non mancano dunque per seguire lo sviluppo dell’arte di Antonio da Fabriano.
Nel 1451, tutto preoccupato a disegnare con meticolosità le grinze delle mani o le rughe del
volto del vecchio San Girolamo, o gli oggetti costituenti l’ambiente dello studio, Antonio è
già affatto estraneo alla tradizione gentilesca. La meticolosità era un mezzo di realismo, er-
roneo, ma che già mostrava l’energia volitiva del pittore: non ancora padrone del piano, egli
crede di raggiungerlo moltiplicando le linee. Causa questo errore, è difficile d’intendere l’ori-
gine del suo stile: l’intravvede chi pensi che, nel 1451, soltanto a Firenze 4 si sapeva im-
postare una figura con tanta sicurezza architettonica, con tanta energia di rilievo.

Ma già un anno dopo, Antonio ha raggiunto una piena e sicura maestria nel plasmare i

Fig. 40 — Girolamo di Giovanni : Madonna e quattro Santi
Camerino, Pinacoteca.

piani. Distesi con uno straordinario rigore, quasi geometrico, e a un tempo carezzati con deli-
catezza estrema, i piani del corpo del Cristo si aprono nelle braccia con raffinata eleganza :
non è più il Cristo magro e tormentato, e nemmeno quello florido e rubicondo; vi è un carat-
tere classico in quella magrezza, che esclude ogni sovrabbondanza di vita come ogni tor-
mento che diminuisca la bellezza dell’efebo. E naturalmente il rilievo si svolge con una per-
fetta visione sintetica degli elementi del corpo. Rigore impeccabile di forme e visione sinte
tica di rilievo: ecco due elementi ignoti nel 1452 a chiunque non educato a Firenze.

Nella tavola con la Madonna del duomo di Matelica è qualche affinità con le Madonne
di Jacopo Bellini, affinità casuale, dovuta forse a una lontana reminiscenza del remoto stile
di Gentile. Antonio segue ben altra via, tutto il suo sforzo è nel rilievo. Girano perfetta-
mente rotondeggianti i piani dei corpi, il chiaroscuro è equilibrato e giusto. I capelli a ser
pentelli del Bambino hanno un effetto puramente plastico. I colori ci sono, ma non fanno

1 A. Ricci, Memorie cit., I, 176 e 180.

2 Antai.do Antaldi, Notizie di alcuni architetti,

pittori e scultori. Biblioteca Oliveriana di Pesaro,

Mss. 936, pag. 6, e A. Ricci, op.' cit., I, 178.

3 A, Anselmi, op. cit., pag. 8.

4 Dopo un accurato esame si deve escludere, se-
condo noi, l’influsso fiammingo che a prima vista ap-
parisce.
 
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