A TRAVERSO LE MARCHE
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pacità plastica di Antonio. Si osservi il trit-
tico di Genga : vi è più rilievo che nel trittico
di Pausula, e anche grandiosità maggiore;
movimento minore, conseguenza appunto
della maggiore plasticità. Nei due trittici gii
angeli sono ugualmente disegnati.
Nei due sportelli di trittico in Santa
Teresa di Matelica, gii elementi della pit-
tura di Pausula permangono; ma sorge un
elemento nuovo, il colore, che era indiffe-
rente a Pausula: già un po’ di luce investe
le figure.
Appena due anni dopo, negli affreschi
di Sarnano (1483), Lorenzo II appare com-
pletamente trasformato. Assimila da elementi
varii. La composizione della Madonna fra
gii angeli è una geniale variante di com-
posizioni di Niccolò Alunno : per esempio
della tavola di Deruta (1458), o della ta-
vola di Cagli (ora nella Pinacoteca di Brera,
anno 1465). Le date indicano che il modello
è Niccolò da Foligno; ma la composizione
rivela la superiorità di Lorenzo : essa tien
conto dello spazio, e quindi raggiunge un
ritmo, che l’ammassamento delle figure toglie
all’Alunno. Il disegno della Madonna e del
Bambino, specie negli occhi e nelle mani,
ricorda da presso per la nettezza e per
la giustezza del segno una opera di Carlo
Crivelli, la Madonna della Pinacoteca di Ma-
cerata (1470), frammento di un polittico già
esistente in Fermo. Ma un elemento avvolge
queste reminiscenze: la luce di Piero della
Francesca. Bianco ombrato, oro e azzurro
scuro trovano deliziosi accordi. Il colore
luminoso attenua la durezza del segno, passa
con eterea leggerezza sulle carni e le vesti,
dà loro il respiro, ondulandole. Il panneg-
gio diafano del Battista o degli angeli ai
lati della Madonna assume una grandiosità
di linea ignota ai maestri marchigiani e al
Crivelli e all’Alunno. Appare nelle nicchie
dei Santi Battista e Martino l’architettura
toscana del Rinascimento. Nella fusione de-
gli elementi raccolti, Lorenzo trova la sua
personalità. È in lui senso notevole della gra-
zia che lentamente affascina : ora bamboleg-
gia femmineamente nel San Sebastiano o
negli angeli, ora trova una serietà composta
per la Madonna, ora raggiunge il grandioso
nell’atteggiamento del Battista; sempre il
Fig. 55 — Lorenzo II da San Severino:
Sant’Antonio
Pollenza, Sant’Antonio da Padova.
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pacità plastica di Antonio. Si osservi il trit-
tico di Genga : vi è più rilievo che nel trittico
di Pausula, e anche grandiosità maggiore;
movimento minore, conseguenza appunto
della maggiore plasticità. Nei due trittici gii
angeli sono ugualmente disegnati.
Nei due sportelli di trittico in Santa
Teresa di Matelica, gii elementi della pit-
tura di Pausula permangono; ma sorge un
elemento nuovo, il colore, che era indiffe-
rente a Pausula: già un po’ di luce investe
le figure.
Appena due anni dopo, negli affreschi
di Sarnano (1483), Lorenzo II appare com-
pletamente trasformato. Assimila da elementi
varii. La composizione della Madonna fra
gii angeli è una geniale variante di com-
posizioni di Niccolò Alunno : per esempio
della tavola di Deruta (1458), o della ta-
vola di Cagli (ora nella Pinacoteca di Brera,
anno 1465). Le date indicano che il modello
è Niccolò da Foligno; ma la composizione
rivela la superiorità di Lorenzo : essa tien
conto dello spazio, e quindi raggiunge un
ritmo, che l’ammassamento delle figure toglie
all’Alunno. Il disegno della Madonna e del
Bambino, specie negli occhi e nelle mani,
ricorda da presso per la nettezza e per
la giustezza del segno una opera di Carlo
Crivelli, la Madonna della Pinacoteca di Ma-
cerata (1470), frammento di un polittico già
esistente in Fermo. Ma un elemento avvolge
queste reminiscenze: la luce di Piero della
Francesca. Bianco ombrato, oro e azzurro
scuro trovano deliziosi accordi. Il colore
luminoso attenua la durezza del segno, passa
con eterea leggerezza sulle carni e le vesti,
dà loro il respiro, ondulandole. Il panneg-
gio diafano del Battista o degli angeli ai
lati della Madonna assume una grandiosità
di linea ignota ai maestri marchigiani e al
Crivelli e all’Alunno. Appare nelle nicchie
dei Santi Battista e Martino l’architettura
toscana del Rinascimento. Nella fusione de-
gli elementi raccolti, Lorenzo trova la sua
personalità. È in lui senso notevole della gra-
zia che lentamente affascina : ora bamboleg-
gia femmineamente nel San Sebastiano o
negli angeli, ora trova una serietà composta
per la Madonna, ora raggiunge il grandioso
nell’atteggiamento del Battista; sempre il
Fig. 55 — Lorenzo II da San Severino:
Sant’Antonio
Pollenza, Sant’Antonio da Padova.